Gallant ha elaborato un piano ben definito: “Hamas non governerà Gaza e Israele non governerà Gaza a livello civile”. L’idea del ministro stabilisce che il territorio della Striscia finirebbe sotto controllo palestinese, ma con delle limitazioni. Innanzitutto, verrebbero costituiti dei comitati locali palestinesi “non ostili a Israele e incapaci di agire contro di esso” che sarebbero addetti alla gestione degli affari civili. Secondariamente, l’amministrazione locale farebbe affidamento sulle capacità del meccanismo amministrativo esistente nella Striscia e su comitati locali composti dai cittadini di Gaza. “Una volta raggiunti gli obiettivi della guerra, Israele non sarà civilmente responsabile per Gaza e non ci sarà alcuna presenza civile israeliana nella Striscia” ha affermato il ministro della Difesa, presentando la sua proposta, la quale contraddice nettamente i desideri di Washington, in quanto non prevede un ruolo per l’autorità palestinese. Gallant ha delineato il piano dei “quattro angoli”, che determina diversi ruoli: l’esercito per la sicurezza e la raccolta di informazioni, una forza multinazionale per la ricostruzione del territorio a seguito delle distruzioni causate dai bombardamenti israeliani, la presenza dell’Egitto come porta d’ingresso per impedire ogni contrabbando, seguito infine da una forza internazionale composta da paesi arabi moderati, Stati Uniti ed Europa, che si assume la responsabilità della ricostruzione e riabilitazione economica del territorio. L’eccezione sarebbe che Israele, da parte sua, manterrebbe la capacità di operare militarmente nella Striscia senza alcuna restrizione.
B.Ž.