Nonostante lo scrutinio lento, la vittoria dei Tories e di Boris Johnson è apparsa evidente già nel cuore della notte.
Il partito conservatore avrebbe infatti conquistato la maggioranza assoluta dei seggi alla Camera dei comuni, 368 su 650, mentre al Labour di Jeremy Corbyn ne verrebbero attribuiti solo 191. Ai Liberal Democratici andrebbero soltanto 13 seggi, mentre 55 agli indipendentisti scozzesi. Nessun seggio invece per la nuova formazione guidata da Nigel Farage, il Brexit Party.
Un successo senza discussioni per il maggior sostenitore della Brexit, Boris Johnson, che inseguiva la maggioranza assoluta proprio per terminare il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Una delle prime dichiarazioni del leader conservatore, che ha già ricevuto le congratulazioni da molti leader europei, è stata proprio la conferma della volontà di "andare fino in fondo con la Brexit".
Johnson, che aveva promesso di "unificare il Paese", è stato rieletto nel collegio di Uxbridge, con un margine limitato a 7000 voti, ma i Tories hanno vinto anche in collegi nel Nord dell'Inghilterra tradizionalmente appannaggio dei Labour.
Durissima sconfitta invece per il partito guidato da Jeremy Corbyn, che ha conseguito il peggior risultato dal 1935 e perde ben 71 seggi passando da 262 a 191.
Per ora Jeremy Corbyn non ha annunciato le dimissioni da leader del Labour, ma ha confermato che non guiderà più il partito "in un'altra elezione", proponendo di accompagnare il Labour “in una fase di riflessione" sull'esito del voto. Alla base della sconfitta ci sarebbe soprattutto l’incomprensione del fenomeno della Brexit.
L’unica formazione anti Brexit ad avanzare sono gli indipendentisti scozzesi, che ora puntano alla secessione da Londra come risposta all’uscita dall’Unione europea.
Alessandro Martegani