Foto: Reuters
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Secondo il portavoce del Ministero Georgi Tykhii, la cessazione delle incursioni dipenderà dalla volontà della Russia di negoziare una pace equa. È stato inoltre sottolineato che, dall'inizio dell'estate, la regione di Kursk ha lanciato oltre duemila attacchi contro l'Ucraina. L'operazione militare in corso, oltre a rappresentare una risposta necessaria alle provocazioni russe, ha anche un importante significato strategico, è stato detto. Il portavoce ha chiarito che l'attuale offensiva ha un carattere esclusivamente difensivo. La decisione di intervenire è stata presa in risposta alla necessità di proteggere la sovranità nazionale. Le Forze Armate, ha dichiarato ancora il Ministero, sono composte da personale addestrato e profondamente consapevole dei principi del diritto internazionale umanitario e operano con la massima cautela per evitare danni collaterali alla popolazione. Gli obiettivi militari identificati sono stati selezionati con cura al fine di minimizzare il rischio di vittime civili e di garantire il rispetto delle norme. Sulla questione ad intervenire anche la Casa Bianca che mostrando sostegno a Kiev ha lanciato un messaggio direttamente a Putin: "se non volete le incursioni lasciate il Paese." Mentre la situazione sul campo si evolve, Mosca continua a promettere reazioni e contesta le affermazioni di Kiev sulla riconquista di territorio, fornendo una stima inferiore di circa 800 chilometri quadrati, rispetto ai 1.000 precedentemente dichiarati dalla controparte. Secondo il Cremlino, le forze armate russe stanno efficacemente contrastando le offensive ucraine e stanno conducendo attacchi aerei sulle infrastrutture militari ucraine nella regione di Sumy. Il conflitto, nel frattempo, sta avendo gravi ripercussioni sulla comunità russa, soprattutto nelle regioni di confine: l'ultima incursione ha costretto oltre 120.000 persone a fuggire dalle proprie abitazioni: le autorità prevedono di ospitarne circa 30.000 in 400 rifugi temporanei in tutto il Paese. Nei prossimi giorni, la Russia dovrebbe anche portare gli sfollati nei ripari della regione di Zaporizhzhya in Ucraina. La vicinanza della centrale nucleare di Kursk rende la situazione ancora più preoccupante, aumentando il rischio di incidenti.