L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato di aver perso le comunicazioni con i suoi contatti dell'ospedale che si trova nel nord della Striscia di Gaza. "Mentre continuano ad emergere orribili notizie di continui attacchi alla struttura" si legge sul social X "riteniamo che i nostri contatti si siano uniti alle decine di migliaia di sfollati che stanno scappando dall'area". Prima del silenzio, è arrivata una testimonianza da un chirurgo di Medici Senza Frontiere che si trova nell'ospedale, il quale ha definito la situazione drammatica. "Non abbiamo una connessione, non c'è internet. Ci troviamo al quarto piano, c'è un cecchino che ha attaccato quattro pazienti all'interno dell'ospedale" ha testimoniato, e tra le vittime ci sono anche dei neonati. La mancanza di elettricità non fa funzionare le incubatrici, così due bambini hanno perso la vita, e un adulto è morto dopo che il ventilatore in terapia intensiva si è spento. Ma dopo gli appelli arrivati anche dall'Unicef, i bambini della struttura ospedaliera sono stati trasferiti in una parte diversa del complesso, visto che l'unità neonatale aveva esaurito l'ossigeno. Come ha spiegato il direttore generale del ministero della Sanità di Gaza, i bambini "sono stati spostati senza incubatrici e portati a mano nelle sale operatorie dell'ospedale dove le scorte di ossigeno sono ancora in funzione". Il viceministro della Sanità di Hamas intanto ha dichiarato che "un attacco israeliano ha distrutto un edificio dell'ospedale Shifa, l'area che ospitava il reparto cardiologico". Israele sostiene che la struttura nasconde al suo interno il comando centrale di Hamas, accuse che sono state negate diverse volte dall'organizzazione ma anche dal personale medico. Al momento l'esercito ha circondato anche un'altra struttura ospedaliera, quella di al-Quds, ritenuto dalla Mezzaluna Rossa non più operativa, a causa della mancanza di energia elettrica. Intanto è stato assicurato un corridoio umanitario di sette ore per la popolazione palestinese che vuole trasferirsi da nord a sud della Striscia, anche per chi si trova nell'ospedale assediato.
B.Ž.