Il parlamento irakeno, nella sessione straordinaria convocata dopo il blitz statunitensi in cui e' stato ucciso il generale iraniano Soleimani, ha esortato il governo di Baghdad a porre fine alla presenza delle truppe straniere nel paese. L'assemblea ha chiesto di iniziare con il ritirare la richiesta di assistenza avanzata alla comunita' internazionale per combattere lo Stato Islamico. Durante la sessione straordinaria, trasmessa in diretta dalla televisione di stato e alla presenza del premier dimissionario Mahdi, i deputati hanno approvato una risoluzione che obbliga il governo a preservare la sovranita' del paese ritirando la richiesta di aiuto, finalizzata a mettere fine a un accordo secondo il quale Washington invia truppe in Iraq da oltre 4 anni come appoggio alla lotta contro il gruppo jihadista. Il testo e' stato approvato ma molti deputati sunniti e curdi non si sono presentati in aula perche' contrari alla revoca dell'accordo. Intanto il ministero degli esteri di Baghdad ha inviato al segretario ONU e al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite una protesta formale contro il blitz statunitense che ha ucciso Soleimani, ed e' stato convocato l'ambasciatore statunitense per protestare contro la violazione della sovranita'. Nel frattempo la coalizione anti-Stato Islamico ha reso noto di avere sospeso le operazioni in Iraq in un comunicato in cui si evidenzia che i ripetuti attacchi degli ultimi mesi da parte delle milizie Hezbollah hanno causato una piu' forte protezione delle basi irakene che ospitano le truppe della coalizione, e che cio' limita la capacita' di addestrare i partner e sostenere le operazioni contro lo Stato Islamico.
Franco de Stefani