Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia hanno rivelato ieri i dettagli del piano per la creazione di una flotta di sottomarini a propulsione nucleare di nuova generazione, dopo negoziati durati un anno e mezzo nell'ambito del patto di sicurezza «Aukus», nato per contrastare la crescente influenza della Cina nella regione indo-pacifica.
L'incontro tra il presidente americano Joe Biden, il primo ministro australiano Anthony Albanese e il premier britannico Rishi Sunak è avvenuto a San Diego, in California, nella base della Navy di Point Loma, davanti al gigantesco sottomarino nucleare "Missouri".
L'Australia riceverà così tre sottomarini dagli Stati Uniti, con l'opzione di acquistarne altri due, ad un costo di 3 miliardi di dollari l'uno, con la prima consegna prevista per il 2032. Questo accordo di fatto rafforza il legame dell'Anglosfera e isola l'Europa. Si tratta di un passaggio storico perché l'unico altro Paese con cui gli Usa hanno condiviso i propri sottomarini è stato il Regno Unito, 65 anni fa.
I sottomarini d'attacco a propulsione nucleare possono rimanere sott'acqua più a lungo di quelli a propulsione convenzionale e sono più difficili da rilevare, e questo fornirà un deterrente per le intenzioni di Pechino, la cui spesa militare è cresciuta negli ultimi anni così come le sue azioni dimostrative. E non a caso la Cina ha duramente criticato l'accordo, definendolo "estremamente irresponsabile", mentre il portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, ha messo in guardia dai rischi di aggirare "gli sforzi di non proliferazione a livello internazionale", in riferimento al trattato siglato oltre 50 anni fa sotto l'egida delle Nazioni Unite. La Cina resta il partner commerciale più importante dell'Australia e bisognerà vedere come Canberra potrà gestire i rapporti economici, mentre rafforza i propri legami militari con gli Stati Uniti.
Valerio Fabbri