L'esecutivo di Fayez al-Sarraj ha condannato "i continui raid" da parte di Khalifa Haftar "sulla capitale, Tripoli, e sulle sue strutture vitali che vanno a paralizzare la vita della popolazione". Secondo quanto reso noto dal Ministero della Salute, sono infatti tre i civili che hanno perso la vita e cinque quelli rimasti feriti in un raid dell'Esercito di Haftar sul porto di Tripoli. In una nota il Governo libico di Unità nazionale ha annunciato poi "la sospensione della propria partecipazione ai colloqui militari a Ginevra fino a quando non saranno adottate posizioni ferme contro l'aggressore e le sue violazioni" della tregua, aggiungendo che anche il piano di Bruxelles "per vietare il flusso di armi in Libia fallirà nella sua forma attuale". Inoltre, il Governo di Unità nazionale ha ripetutamente chiesto "la rigorosa attuazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza che hanno vietato il flusso illegale di armi nel Paese". Tripoli ha rivendicato il "diritto di continuare le sue alleanze militari aperte attraverso canali legittimi".
Intanto ieri a Roma si sono incontrati i ministri degli Esteri e della Difesa di Italia e Russia. Secondo il capo della Farnesina, Luigi di Maio, "l'unica via possibile per la soluzione della crisi in Libia è quella politica. Il ruolo di Mosca sarà fondamentale per produrre un atteggiamento costruttivo e moderato tra le due parti". La notizia è che "c'è una missione contro l'ingresso di armi in Libia", ha detto ancora Di Maio, ma dovrà essere "autorizzata dalle parti in causa".
L'omologo russo, Sergey Lavrov, ha affermato che Mosca insiste sul rispetto degli accordi. Non si dovrà quindi "intraprendere azioni che potrebbero essere viste come contraddittorie rispetto al Consiglio di sicurezza ONU". Secondo Lavrov, "la Russia comprende la legittimità delle cause che spingono l'Italia a riportare ordine in Libia e a bloccare l'ingresso delle armi".
E. P.