L'aviazione civile iraniana garantisce che l'aereo di linea ucraino precipitato mercoledì a Teheran - che ha provocato la morte delle 176 persone a bordo - non è stato colpito da un missile, al contrario di quanto sostenuto da Justin Trudeau, dal premier britannico Boris Johnson e dall'amministrazione americana. Si allarga intanto il gruppo di Paesi che ritiene possibile l'ipotesi di un incidente causato da un missile. Anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg dichiara di non avere motivo di dubitare delle notizie dalle capitali occidentali, convinte che il velivolo sia stato colpito dopo che l'Iran aveva lanciato l'attacco contro due basi statunitensi in Iraq per vendicare l'uccisione del generale Soleimani. Per Stoltenberg siamo di fronte a "una tragedia che deve essere chiarita e serve una inchiesta trasparente con una piena cooperazione da parte dell'Iran. "Nelle ultime ore - ha proseguito intervenendo al Consiglio esteri a Bruxelles - abbiamo visto una certa riduzione della tensione nell'area medioroentale e dobbiamo insistere su questa linea in quanto nessuno vuole una nuova guerra". Da parte sua Teheran ha invitato a partecipare alle indagini la società Boeing nonchè Canada, Ucraina e Svezia che nella tragedia hanno avuto rispettivamente 63, 11 e 10 morti. La maggioranza dei passeggeri comunque, 82, erano iraniani. Agli Stati Uniti il portavoce del governo di Teheran, Rabiei, ha chiesto di attendere i risultati dell'inchiesta respingendo con forza l'ipotesi dell'abbattimento. "Una menzogna disonesta - l'ha definita - che fa parte di un'operazione di guerra psicologica".
Franco de Stefani