Foto: Reuters
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Un bagno di folla per Erdogan, almeno 20 mila i partecipanti al raduno, metà dei quali provenienti dalla Germania, dove vive la più consistente comunità turca in Europa, circa 1,4 milioni. Rivolgendosi ai presenti, Erdogan li ha invitati a sostenere in maniera massiccia la sua politica e ha definito le prossime elezioni un appuntamento che segnerà il prossimo secolo della Turchia. Erdogan, per il suo incontro con la diaspora, ha ripiegato sulla capitale bosniaca, città con popolazione in larga maggioranza musulmana, dopo il rifiuto opposto da Germania, Austria e Olanda. In un discorso dai forti toni nazionalistici e patriottici, Erdogan - proprio con riferimento al divieto del raduno elettorale imposto dai governi tedesco, austriaco e olandese - li ha accusati di non essere democratici. La diaspora costituisce un importante bacino elettorale per gli appuntamenti con le urne in Turchia. Basti ricordare che al referendum di due anni fa sulle riforme costituzionali, avevano diritto al voto almeno tre milioni di cittadini turchi che vivono all'estero, il 5 percento dell'intero corpo elettorale. Una mossa, quella di organizzare un comizio elettorale a Sarajevo, anche per accentuare l'influenza della Turchia sui Balcani, proprio nel periodo in cui l'Unione Europea è impegnata in una vera e propria offensiva per coinvolgere i paesi dei Balcani occidentali nel processo di allargamento. Il 17 maggio si è svolto a Sofia un vertice e al termine il presidente del consiglio europeo, Tusk ha evidenziato che nell'occasione è stato ribadito l'impegno reciproco a favore della prospettiva europea per l'intera regione. Ha ricordato la sua recente visita nei paesi dell'area, sottolineando che l'Unione europea è, e rimarrà, il partner più affidabile per l'insieme dei Balcani occidentali.