Tempi duri quelli che si vivono in questi giorni laddove il coronavirus la fa da padrona. Milioni di persone si trovano ad affrontare l'emergenza a modo loro, magari facendo i conti con un lavoro che non c'è più o si è ridotto di molto, svolgere l'assistenza ai bambini piccoli o agli anziani. C'è poi chi guarda film, legge libri, ascolta album; chi organizza concerti dai balconi, un trend in crescita che vede sempre più artisti coinvolti, insomma un po' tutti ci diamo da fare per arginare la diffusione del nuovo coronavirus. L'uomo è un essere sociale, ma in queste settimane molti stanno imparando che ci sono mille modi di stare da soli: alcuni dolorosi, altri nuovi, qualcuno inaspettato. I mass media, i social network e i messaggi nelle chat ci danno una mano. Se da una parte può imbarazzare andare all'edicola per comprare il giornale dall'altra basta un clic per accedere a tutte le informazioni del mondo. I media elettronici ancora una volta sono i protagonisti delle emergenze. Eppure, in un tempo in cui si fatica a distinguere la verità dalla menzogna è il giornalista a fare la differenza, chiamato com'è ad essere il testimone affidabile dell’istante storico, verificandone la veridicità e mediandolo correttamente al cittadino. Le emittenti radiofoniche, per la loro semplicità tecnologica e versatilità, sono le più adatte nei momenti di emergenza a garantire un'informazione efficace e affidabile, programmi di intrattenimento e quant'altro. Basta sintonizzare l'apparecchio radio, il transistor, il telefono cellulare … e ascoltare.
Miro Dellore