La Turchia ha annunciato l'avvio del "graduale" dispiegamento di truppe in Libia a sostegno dell'esecutivo di Tripoli. Lo ha affermato il capo dello Stato, Erdogan, in un'intervista per la CNN turca. La decisione di Ankara arriva sulla base del voto del parlamento lo scorso 2 gennaio. Secondo il presidente, "il compito" dei soldati turchi in Libia "e' il coordinamento": "Lì svilupperanno il centro operativo", ha detto il capo dello Stato, "il nostro scopo è di far sopravvivere il governo legittimo" di Fayez al-Sarraj. "L'esercito turco è lì per garantire un cessate il fuoco, non per combattere", e per cercare di "evitare tragedie umanitarie", ha precisato Erdogan.
Il portavoce del generale Khalifa Haftar ha nel frattempo smentito che l'aviazione del comando generale dell'LNA sia responsabile del bombardamento contro l'Accademia militare a Tripoli, nel quale hanno perso la vita una trentina di cadetti, altri 18 sono rimasti feriti. Secondo le sue parole l'attacco sarebbe "opera di terroristi di Al Qaeda e Isis, contrari ad ogni organizzazione di forze armate riconosciute in Libia, che avevano già colpito l'accademia militare di Bengasi. L'operazione terroristica mira a provocare l'opinione pubblica contro l'esercito a Tripoli" ha detto ancora il portavoce, "ma ciò ci renderà più determinati a liberare la capitale".
Nel contempo Haftar ha lanciato la chiamata alle armi contro "il colonizzatore", cioè la Turchia, accusandola di voler "riprendere il controllo della Libia".
Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà oggi a porte chiuse per discutere riguardo la situazione il Libia.


E. P.

Foto: Reuters
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