La trattativa per la stabilizzazione, o almeno un cessate il fuoco in Libia sembra rimanere un affare fra Mosca e Ankara: l’azione diplomatica italiana per ora segna il passo, e Roma sembra incapace di recuperare il ruolo avuto in passato nei rapporti con Tripoli.
La decisione del premier italiano Giuseppe Conte di ricevere a Palazzo Chigi prima il generale Khalifa Haftar, ha infatti provocato l’immediata, e peraltro prevedibile, reazione del presidente di Tripoli, Fayez al-Serraj, che ha annullato la prevista tappa a Roma di ritorno da Bruxelles, cambiando il piano di volo e tornando a Tripoli.
Al Cairo intanto il ministro degli esteri Luigi di Maio, impegnato in un vertice con Grecia, Cipro, Francia, ed Egitto, non aveva firmato la dichiarazione comune di condanna al sostegno turco a Tripoli, perché ritenuta "troppo sbilanciata" favore di Haftar.
Una situazione paradossale, che ha messo in luce l’attuale incapacità di Roma nel prendere una posizione decisa sullo scenario libico, nonostante la lunga tradizione nei rapporti con Tripoli e l’importanza strategica dell’area per i rifornimenti energetici e i flussi migratori.
Anche le successive iniziative per ristabilire in tutta fretta un rapporto con al-Serraj, un nuovo incontro potrebbe esser fissato la prossima settimana, e le parole di Conte, che ha sottolineato come “la coerenza sia il punto forza della politica internazionale dell’Italia" che sceglie "di parteggiare per il benessere e la prosperità del popolo libico", non hanno fatto che confermare l’impressione che Roma al momento sia in grossa difficoltà, e di fatto estromessa dal confronto.
Una situazione che ha visto anche l’intervento del Quirinale, e che le opposizioni hanno prontamente sottolineato: “Conte è davvero un pericoloso incapace: - ha detto Matteo Salvini - per una semplice questione di protocollo, prima ancora che di politica, prima si riceve un capo di governo riconosciuto, dopo un generale. Dilettanti allo sbaraglio”.
Per ora intanto le ostilità continuano: le truppe di Haftar hanno attaccato nell'area dell'aeroporto di Mitiga, alla periferia di Tripoli, con il sostegno di raid aerei dell'aviazione degli Emirati Arabi.
Alessandro Martegani