In poco più di tre mesi alla guida della NATO, Mark Rutte ha avviato un'intensificazione militare che il suo predecessore, Jens Stoltenberg, non aveva nemmeno preso in considerazione durante il suo lungo mandato decennale. Rutte, ha dichiarato che non basta una strategia solida o una maggiore prontezza delle forze; è necessario adottare una mentalità da "tempo di guerra". Ha anche sottolineato l'urgenza di intensificare il supporto all'Ucraina per influenzare l'andamento del conflitto. Come aveva ribadito recentemente parlando con gli eurodeputati della commissione Esteri-Difesa, secondo Rutte, il 2% del PIL destinato alla Difesa non è sufficiente, poiché la produzione di armi è ora più cruciale di altri settori, come la sanità o le pensioni. Secondo Rutte, questo investimento è necessario per garantire la sicurezza futura, puntando a un aumento della produzione di risorse fondamentali, come navi, carri armati, jet e droni. Rutte considera la spesa per la Difesa come la soluzione principale alle sfide geopolitiche, nonostante i sacrifici che comporta. Ha adottato una posizione simile a quella di Donald Trump, che proponeva di aumentare la spesa militare al 5% del PIL. Sebbene alcuni leader abbiano avanzato la proposta di maggiore autonomia europea in difesa, Rutte è contrario, temendo che indebolirebbe la leadership degli Stati Uniti e ridurrebbe il ruolo della NATO in Europa. Ha espresso preoccupazione riguardo alla capacità dell'industria della Difesa europea, considerandola troppo piccola e frammentata. Ha enfatizzato che la situazione della sicurezza in Europa è urgente e che l'ingresso dell'Ucraina nella NATO è una promessa da mantenere per prevenire future aggressioni russe. Infine, Rutte ha sostenuto che la Russia sta cercando di indebolire le nostre democrazie e minare la nostra libertà. Non lo fa da sola, ma con l'appoggio di Cina, Corea del Nord e Iran. La guerra in Ucraina continua, e le azioni ostili della Russia verso i nostri Paesi stanno aumentando, ha sottolineato Rutte, con attacchi informatici, tentativi di omicidio e sabotaggi. Un tempo queste azioni venivano chiamate "ibride", ma ora sono considerate vere e proprie "campagne di destabilizzazione" ha concluso Rutte.
Corrado Cimador