Foto: Reuters
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“Penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente, è evidente che questo crea una frizione perché lo abbiamo scritto in tutti i modi possibili e immaginabili e lo abbiamo ribadito, spero che ci si renda conto che questa nazione può giocare un ruolo dirimente”. Così la premier italiana a proposito dell’incontro con Xi Jinping, sottolineando che quest’ultimo ha affermato che la Cina lavora sempre per la convivenza pacifica tra i popoli. Al termine dell’incontro tra i due leader, Meloni ha risposto alle domande della stampa italiana a Pechino, si è detta preoccupata per ciò che sta accadendo in Libano, “per il rischio di una escalation regionale”. A tal proposito ha dichiarato di essere in contatto con il ministro degli esteri, con il governo e gli alleati, in quanto è necessario passare messaggi di moderazione in questa fase. Anche qui la Cina “può essere un interlocutore molto importante nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti, particolarmente tra Paesi Arabi e Israele” ha continuato la premier. Oltre la situazione in Medioriente, non sono mancate delle parole circa le deleghe per il commissario europeo italiano: “sto parlando con Ursula von der Leyen, ma sono contatti in divenire” ha dichiarato Meloni, spiegando che per indicare i nomi hanno tempo fino al 30 agosto, prima questione della quale vorrebbe occuparsi al suo rientro. A proposito del report sullo stato di diritto invece, la presidente del Consiglio ne ha parlato con la Commissione europea, e ha escluso la possibilità di ripercussioni negative per l’Italia. La lettera che ha inviato inoltre ha precisato che non voleva essere una risposta a Bruxelles, bensì una riflessione comune sulla strumentalizzazione che è stata fatta “di un documento tecnico nel quale corre l’obbligo di ricordare che gli accenti critici non sono della Commissione”.