Armita Geravand sarebbe in coma irreversibile. Ad annunciarlo questa domenica è stata l’agenzia di stampa statale IRNA (Islamic Republic News Agency), scrivendo che "gli ultimi aggiornamenti sulle condizioni di salute di Armita Geravand indicano come certo lo stato di morte cerebrale, nonostante gli sforzi del personale medico".
La 16enne iraniana era stata aggredita lo scorso primo ottobre dalla polizia morale in metropolitana per essersi tolta il velo. Secondo le autorità la ragazza sarebbe finita in coma, poichè avrebbe sbattuto cadendo la testa sul bordo di un marciapiede, mentre gli attivisti ritengono che il coma sia stato causato dalle violente percosse. Nessuno in realtà in queste settimane ha potuto verificare le condizioni in cui versa la ragazza. Neanche la madre, che a causa delle sue lamentele, è stata addirittura arrestata.
La giovane sarebbe tenuta in vita per il timore che la sua morte possa innescare una nuova ondata di manifestazioni di massa, come nel 2022 quando a perdere la vita fu con una dinamica simile Mahsa Amini, alla quale quest'anno è stato conferito il premio Sacharov post mortem.
Restano molte le violenze nel paese come dimostra un report di Amnisty International dell'agosto 2023, che parla di "centinaia di manifestanti" uccisi , di migliaia di questi arrestati (tra i quali anche minorenni), alcuni dei quali sottoposti a torture e violenze sessuali, oltre che a "processi gravemente irregolari".
In questo ore, inoltre, è stata diffusa la notizia della condanna di due giornaliste a sei o sette anni di reclusione per i loro servizi giornalistici proprio sulla morte della Amini, con l'accusa di aver riportato in modo non corretto la notizia e di aver raccontato i funerali, oltre che di "collaborazione" con gli Stati Uniti.
Barbara Costamagna