Sono 36 gli italiani rimpatriati, ma non erano gli unici a bordo dell’aereo che è atterrato poco dopo le 5 di stamani. Sul volo c’erano 87 persone in tutto, cittadini statunitensi, bulgari, austriaci, un nigeriano, un nigerino, un ungherese ed infine un senegalese. In Niger però restano ancora una quarantina di concittadini italiani che hanno deciso volontariamente di rimanere nel Paese, la maggior parte di loro sono operatori delle Ong che ormai conoscono da tempo la realtà nigerina. Ma nonostante la loro scelta, i contatti tra il Governo italiano e l’ambasciata rimane pienamente attiva, come ha spiegato il ministro Tajani. Quest’ultimo, presente a Ciampino per l’arrivo del volo speciale ha dichiarato che “la priorità è garantire la sicurezza di tutti i connazionali, quelli rientrati ma anche quelli rimasti in Niger”. All’Aeroporto militare di Roma c’è stata anche una testimonianza da parte di un’operatrice umanitaria italiana, la quale ha dichiarato di aver sentito e ricevuto il sostegno dal Governo. Riguardo il Niger invece, lo ha definito un “contesto fragile”, per questo motivo, in una fase così “delicata”, ha spiegato che tutti hanno voluto fidarsi di chi ha più esperienza per agevolare il rientro in Italia.
Secondo il ministro degli Esteri Tajani “è necessario fare pressione perché in Niger venga ripristinata la democrazia”, ha sottolineato però che “è esclusa qualsiasi iniziativa militare occidentale, che sarebbe vista come una sorta di nuova colonizzazione”. In ogni caso, il rimpatrio non ha interessato solo l’Italia, anche la Francia ha organizzato il primo volo per far tornare i propri connazionali, il quale è atterrato dopo l’una del mattino all’aeroporto di Parigi. A tal proposito, il ministero degli Esteri francese ha voluto evidenziare che l’operazione di evacuazione riguarda solo ed esclusivamente i civili, cittadini francesi ed europei, ma non i militari.
B.Ž.