Foto: Reuters
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È scaduto alla mezzanotte scorsa l'ultimatum dell'ECOWAS, ora vi è il rischio di un conflitto. I golpisti stanno cercando un accordo con Wagner, mentre Nigeria, Senegal, Costa d'Avorio e Benin si sono detti pronti a intervenire. Per il Presidente algerino Tebboune un intervento militare sarebbe una minaccia. Se l'ordine costituzionale non sarà ripristinato la Comunità Economica degli Stati dell'Africa occidentale si è detta pronta a intervenire militarmente. Attualmente il Niger è controllato dalla giunta militare guidata dal Generale Tchiani, comandante della Guardia Presidenziale che, per favorire i rimpatrii dei cittadini europei, ha momentaneamente riaperto gli spazi aerei. Oltre ad essere un partner strategico dell'Unione Europea per frenare il flusso di clandestini dall'Africa subsahariana e un paese ricco di uranio e oro, il Niger è uno stato africano chiave della regione del Sahel, territorio controllato anche da milizie armate di matrice jihadista come Boko Haram, Iswap e Fulani, a cui potrebbe affiancarsi il gruppo Wagner che, come ha fatto sapere lo stesso Prigozhin, si è detto disponibile a intervenire a favore dei golpisti che hanno chiesto aiuto in vista di un eventuale intervento armato da parte di ECOWAS. L'organizzazione, formata da 15 Paesi africani con il Mali sospeso nel 2021 e il Burkina Faso nel 2022 entrambi a causa di colpi di Stato, e gli alleati occidentali tra cui Francia e Stati Uniti vogliono il rientro in carica del Presidente eletto due anni or sono. Bazoum, dal palazzo presidenziale di Niamey, dove si trova ostaggio insieme alla famiglia, ha lanciato un appello affinché non si lasci che il Niger cada in mano russa.

Franco de Stefani