Foto: EPA
Foto: EPA

La comunità internazionale ha dimostrato ancora una volta la sua determinazione a far fronte alle crisi umanitarie più urgenti, adottando due risoluzioni di forte impatto sulla situazione a Gaza. La prima, incentrata sul sostegno all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi, ha ottenuto un'ampia maggioranza con 159 Stati favorevoli, 9 contrari e 11 astensioni, sottolineando la necessità di garantire assistenza umanitaria alla popolazione palestinese. La seconda invece, che ha invocato un immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, ha raccolto 158 voti favorevoli, con un numero pressoché identico di opposizioni e astensioni. Il voto è stato preceduto da un acceso confronto nel corso del quale la maggior parte degli Stati membri ha rivolto severe critiche agli Stati Uniti per aver fatto ricorso al veto nel Consiglio di Sicurezza del 20 novembre scorso su un precedente progetto di risoluzione, impedendo così un’azione più tempestiva e incisiva da parte della comunità internazionale. In particolare, sono state sottolineate le responsabilità dello Stato ebraico nell’escalation del conflitto e la necessità di porre fine alle ostilità. L’ambasciatore israeliano, Danny Danon, ha invece espresso un punto di vista opposto, attaccando duramente le risoluzioni approvate e accusando gli Stati membri di appoggiare il terrorismo. Una posizione isolata, con la quasi totalità dei Paesi rappresentati all’Assemblea Generale che hanno espresso solidarietà al popolo palestinese. Al contempo l’intervento dell’ambasciatore sloveno Samuel Žbogar ha rappresentato un’importante testimonianza dell’impegno della Slovenia a sostegno degli sforzi multilaterali volti a garantire la protezione della popolazione civile e a promuovere soluzioni politiche sostenibili. Žbogar ha più volte ribadito il pieno sostegno del Paese all'Agenzia per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati dichiarando che questa è attualmente esposta a gravi pericoli e che perciò va sostenuta. Il suo operato, infatti, è indispensabile per favorire una soluzione pacifica e duratura al conflitto israelo-palestinese, fondata sul principio della coesistenza di due Stati.

Foto: UN Photo / Mark Garten
Foto: UN Photo / Mark Garten

Alessia Mitar