L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Geir Pedersen, ha affermato che il paese ha bisogno di aiuti umanitari immediati e di un "sistema giudiziario credibile", senza "vendette". Ha poi chiesto che venga fatta giustizia e che vengano accertate le "responsabilità" dopo la fine del regime di Bashar al Assad.
E nonostante l'appello di Pedersen, l'Unione europea non ha intenzione di revocare le sanzioni contro la Siria prima che le nuove autorità garantiscano che le minoranze non verranno perseguitate e che i diritti delle donne saranno tutelati. Lo ha affermato l'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Kaja Kallas, che presidierà per la prima volta domani la riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea. All'ordine del giorno anche la situazione in Siria, i ministri però, sempre secondo Kallas, non parleranno dell'ampiamento del sostegno finanziario al Paese, oltre a quello già fornito dall'Ue attraverso l'Onu.
Il ministro della Difesa di Ankara, Yasar Guler, ha intanto annunciato che la Turchia è pronta a fornire aiuti militari alle nuove autorità siriane. "Nella sua prima dichiarazione, la nuova amministrazione ha annunciato che avrebbe rispettato tutte le istituzioni governative, le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali", ha dichiarato Guler. Secondo le sue parole quindi, al nuovo governo siriano dovrebbe essere data una possibilità e la Turchia è "pronta a fornire il supporto necessario se la nuova amministrazione lo richiede". Ankara, ha detto ancora il ministro, è anche pronta a fornire addestramento all'esercito siriano. Guler ha poi ribadito la linea della tolleranza zero nei confronti delle milizie separatiste curde di Unità di Protezione Popolare: "O spariscono loro o le faremo sparire", ha precisato.
Suggerimenti
Nessun risultato trovato.
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca