Scala di una generazione il tempo di attesa che divide le donne dall’ottenimento della parità di genere. A dirlo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum che ha calcolato che la chiusura del divario di genere globale è passata da 99,5 anni a 135,6 anni.
Un effetto della pandemia in corso che con il suo impatto sproporzionato sulle donne influirà non poco sul loro percorso di crescita. Le donne sono state, infatti, quelle che in numero maggiore hanno perso il loro posto di lavoro o hanno scelto di dedicarsi maggiormente alla famiglia per venire incontro agli ostacoli quotidiani che l’epidemia ha posto sulla loro strada, a causa anche della mancanza di servizi sociali per bambini e anziani e per l'ancora squilibrata divisione del lavoro domestico con gli uomini.
Un’altra generazione di donne in base ai dati raccolti su 156 paesi del mondo dovrà, quindi, aspettare di ottenere gli stessi diritti dei propri coetanei maschi, con tempi che variano in base al settore che si prende in considerazione. Se si parla di parità sul posto di lavoro il tempo previsto è di 267 anni, mentre in ambito politico l'attesa scende a 145,5.
Scorporando i dati per paese chiaramente ai primi posti ci sono i paesi scandinavi con l’Islanda che domina ormai da dodici anni la classifica, seguita da Finlandia e Norvegia. Al quarto posto la Nuova Zelanda, che si è piazzata davanti alla Svezia e alla Namibia. La Slovenia ha ottenuto il quarantunesimo posto, con ottimi dati rispetto il ruolo economico delle donne che la vede al quindicesimo posto, mentre l’Italia è salita di una decina di posti piazzandosi al sessantaduesimo.
Barbara Costamagna