La controversa vicenda del pallone spia sui cieli americani ne aveva cancellato il viaggio pochi giorni prima della partenza, poi 4 mesi di gelo fino alla missione diplomatica di Blinken in Cina e che potrebbe aver segnato un nuovo inizio, quantomeno di disgelo nelle relazioni bilaterali. E' questo il quadro della prima missione di un alto funzionario dell'amministrazione Biden, complice anche le dure restrizioni introdotte per la gestione del coronavirus.
Dal lato americano l'obiettivo principale dei colloqui iniziati ieri è di stabilizzare un rapporto diventato estremamente teso. Dal lato cinese i media statali riferiscono che Pechino è impegnata a costruire relazioni stabili, prevedibili e costruttive. Dietro le dichiarazioni di facciata sembra evidente che il gigante asiatico si fida poco, come dimostra anche la fredda accoglienza riservata a Blinken. Ad attenderlo in aeroporto solo il funzionario del ministero competente per il Nord America e nessun tappeto rosso, segnali non marginali nel linguaggio diplomatico.
Il vero rischio per le relazioni bilaterali è Taiwan, l'isola che si ritiene distinta dalla terraferma cinese, con una propria costituzione e leader, ma che Pechino considera parte del proprio territorio. Il presidente americano, Joe Biden, lo scorso anno ha dichiarato che gli Stati Uniti difenderanno Taiwan in caso di attacco dalla Cina, posizione che non piace a Pechino.
Entrambe le parti quindi sono ben consapevoli che all'orizzonte non ci sono grandi progressi. La guerra in Ucraina, le controversie commerciali sulle tecnologie informatiche avanzate, l'epidemia di fentanil negli Stati Uniti, che ha contribuito a più di due terzi delle 100.000 morti per overdose americane in ciascuno degli ultimi due anni, e la condotta cinese in materia di diritti umani sono tutti argomenti che scavano un solco fra i due paesi.
Il ministro degli Esteri, Qin Gang, si è detto comunque disponibile a un viaggio a Washington, ma non c'è alcuna data in agenda. Anche Wang Yi, il massimo diplomatico all'interno del Partito comunista cinese e figura predominante in politica estera, ha detto che Washington dovrebbe astenersi dall'interferire negli affari interni di Pechino e revocare le sanzioni contro lo sviluppo scientifico e tecnologico. Diversi organi di informazione, infine, parlano di un possibile incontro in giornata di Blinken con il presidente Xi, ma nessuna certezza.
Valerio Fabbri
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