Vladimir Putin scopre le sue carte, e mentre sono in corso scontri anche alle porte della capitale dell’Ucraina, il presidente russo ha invitato esplicitamente l'esercito ucraino a prendere il potere a Kiev. “Sarà più facile per noi - ha detto nel corso di un intervento pronunciato a una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale russo - negoziare con voi, piuttosto che con questa banda di tossicodipendenti e neonazisti – ha aggiunto - che si è stabilita a Kiev e ha preso l'intero popolo ucraino in ostaggio”.
Putin aveva mal tollerato fin dall’inizio il presidente Voldymyr Zelensky e la sua linea di avvicinamento all’Unione europea e alla Nato, e ora ha detto chiaramente che uno de suoi obiettivi è instaurare nel paese un governo più favorevole all’influenza della Russia. “Esorto l'esercito ucraino a non permettere che civili e individui vengano usati come scudi umani” ha detto ancora il presidente russo.
Finora gli appelli al dialogo sembrano cadere nel vuoto, anche se già si parla della possibilità di un colloquio fra un delegazioni del governo Russo e quello Ucraino a Kiev. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha però chiarito che la Russia è pronta a negoziare solo se Kiev “depone le armi” e in ogni caso i colloqui non fermeranno l’offensiva.
Lo stesso Putin in una telefonata con il leader cinese Xi Jinping ha detto che Mosca “è disponibile a condurre negoziati di alto livello con l'Ucraina”, accusando però Stati Uniti e Nato di aver ignorato le preoccupazioni della Russia in materia di sicurezza facendo avanzare il dispiegamento militare verso est. Xi Jinping si è detto favorevole a una soluzione diplomatica della crisi, sottolineando come la posizione fondamentale della Cina sia “il rispetto della sovranità e integrità territoriale di tutti i Paesi”.
Dall’altra parte il presidente Zelensky, rifugiato con la famiglia in una località ignota, continua a lanciare pesantissime accuse a Mosca, e si appella all’occidente lamentando una risposta troppo blanda e lenta da parte delle altre potenze mondiali. “Questa - ha detto nell’ultima riunione avuta con i leader dell'Unione europea - potrebbe essere l'ultima volta che mi vedete vivo”.
Il mondo occidentale intanto sta valutando nuove sanzioni soprattutto a livello finanziario: si parla del blocco delle attività finanziarie per tutti gli oligarchi e gli alti funzionari e politici russi, compresi gli asset di Putin e del ministro degli Esteri Lavrov, e addirittura di mettere la Russia fuori dallo Swift, cioè dal sistema internazionale di transazioni, provvedimento che non consentirebbe più alcuna transazione bancaria fra la Russia e gli altri paesi. La Russia ha annunciato che risponderà alle nuove sanzioni economiche, precisando che l’intensità delle contromisure dipenderà “dall'analisi che verrà fatta delle sanzioni occidentali”.
Il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha intanto preso la decisione di estromettere la Federazione Russa. Il ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio ha comunicato che l'Italia, che ha la presidenza del Consiglio, ritiene che si tratti di una misura necessaria, alla luce “dell'inaccettabile aggressione militare russa ai danni del diritto internazionale”.
Tutto questo mentre gli scontri sono giunti alle porte di Kiev: paracadutisti russi sono atterrati a 30 chilometri dalla città e combattimenti sono in corso in un quartiere settentrionale. Secondo alcune testimonianze carri armati dell'esercito russo, senza insegne, starebbero avanzando e l'intelligence Usa prevede che Kiev potrebbe cadere nel giro di pochi giorni.
Alessandro Martegani