Secondo il presidente russo, Vladimir Putin, con l'esplosione di un camion bomba sul ponte di Crimea, i servizi speciali ucraini hanno commesso "un atto di terrorismo". Anche un funzionario ucraino, citato dal New York Times, ha confermato che dietro l'attentato c'erano i servizi segreti di Kiev, che hanno usato una bomba su un camion che viaggiava sul ponte per condurre l'attacco. Pure il Washington Post ha riferito che c'erano i servizi speciali ucraini dietro l'esplosione sul ponte Kerch, citando alcune fonti dell'esecutivo di Kiev. Ufficialmente, comunque, l'attacco non è ancora stato rivendicato.
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha intanto annunciato una ferma risposta di Mosca all'attentato, ovvero la "distruzione diretta dei terroristi". Secondo Medvedev, "il mandante e l'autore del crimine è lo Stato fallito dell'Ucraina. Si tratta di un atto terroristico e di sabotaggio commesso dal regime criminale di Kiev".
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha al contempo ribadito la sua posizione secondo cui non è possibile negoziare con Mosca. In un videomessaggio il capo dello Stato ha affermato che "il costante terrorismo contro la popolazione civile è l'evidente rifiuto della Russia di veri negoziati".
Zelensky ha anche tracciato un bilancio complessivo degli attacchi russi alla città di Zaporizhzhia dallo scorso 3 ottobre: le forze armate russe hanno ucciso da quella data almeno 43 persone. Nella notte, intanto, un altro condominio è stato distrutto in un attacco missilistico russo. Secondo le autorità locali sono state segnalate vittime.
E. P.