La scaramanzia, al netto della superstizione, è uno dei fenomeni più naturali. Si spiega con la convinzione che ci sia sempre un rapporto di causa-effetto nelle cose: se faccio quel gesto accadrà quella cosa. Se indosso quella maglietta prima di una partita allora la mia squadra vincerà, se incrocio le dita troverò parcheggio, altri per sbrogliare un inghippo recitano il messaggio promozionale di una pubblicità trasmessa sulle reti italiane, facile punto it, facile punto it e, ancora quando sentite parlare di disgrazie toccate ferro e mostrate le corna. Stando agli esperimenti condotti presso la Booth School of Bussines dell'Università di Chigago, chi usa o compie gesti propiziatori prima di compiere un'azione finisce per essere meno preoccupato se il risultato finale è negativo. Non solo, gli scaramantici dimenticano prima la propria malasorte e non perdono la sicurezza in sé stessi. I fatti non hanno una spiegazione, tuttavia pensare che si possa condizionare il destino con un semplice gesto è molto rassicurante e a volte funziona. Se ci si predispone meglio a un'azione, verosimilmente la stessa ci verrà meglio: potenza del cervello. Alcuni riti scaramantici affondano nella storia. Il detto che il gatto nero porti male se ci attraversa la strada, discende da una diceria medioevale, quando spaventava i cavalli e li faceva imbizzarrire. Che dire poi della tradizione di lanciare la bottiglia di spumante al varo delle navi. Tradizione vuole che se la bottiglia non si rompe è segno di sfortuna. Vi ricordate della nave Costa Concordia, il cui naufragio avvenne venerdì 13 gennaio 2012 nei pressi dell'Isola del Giglio, in Italia, ebbene la bottiglia al varo non si ruppe. Certo il capitano Schettino con la sua manovra sconsiderata ha le sue responsabilità nella sciagura, ma gli scaramantici convinti la pensano diversamente.
Corrado Cimador