Il processo che avrebbe dovuto iniziare e che avrebbe dovuto vedere il leader separatista bosniaco Milorad Dodik sul banco degli accusati è stato aggiornato nuovamente al 17 gennaio prossimo per difetti procedurali indicati dalla sua difesa. Dodik, attualmente Presidente della Republika Srpska, è stato rimandato a giudizio nell'agosto scorso dopo avere firmato leggi che sospendono le regole istituite dalla Corte Costituzionale bosniaca e dall'Inviato di Pace. Il collegio degli avvocati ha chiesto che il processo venga spostato in una Corte della città di Banja Luka a causa di possibili pressioni politiche che potrebbero essere fatte alla Corte di Sarajevo, ma i giudici hanno negato lo spostamento. Successivamente gli avvocati hanno chiesto che quattro inquirenti vengano sostituiti per pregiudizi e incompetenza, lasciando nessuno dei Pubblici Ministeri che possa sostenere le accuse. I serbi di Bosnia rigettano la legislazione della Corte e dei Pubblici Ministeri come è stata stabilita dall'Inviato di Pace per la guerra 1992-95. Con l'accordo di pace la Bosnia-Erzegovina è stata scissa in due regioni autonome, la Republika Srpska e la federazione dominata da croati e bosniaci collegate da un Governo centrale, un accordo che ha garantito stabilità ma ha causato la disfunzionalità dello Stato. Dodik ha agito al fine di separare la Republika Srpska dalla Bosnia per lungo tempo, ha visto ulteriori sforzi negli ultimi due anni e la denuncia dell'opposizione politica e dell'ambasciatore occidentale, non riconoscendo l'ex Ministro tedesco Schmidt quale Alto Rappresentante in quanto non nominato dal Consiglio di Sicurezza ONU. Schmidt ha riformato il codice penale del Paese nel luglio scorso prevedendo pene per coloro che minassero le istituzioni statali.
Franco de Stefani