A essere toccata dall'ordinanza è stata tutta una serie di servizi governativi essenziali, dai programmi di assistenza abitativa alla ricerca contro il cancro, dalla risposta ai disastri naturali fino all'aiuto a domicilio. In una ventina di Stati, il congelamento dei fondi federali ha bloccato anche l'accesso al sito di Medicare, l'assicurazione sanitaria per gli anziani. La giudice distrettuale Loren Ali Khan ha emesso una sentenza che congela l'ordine fino al 3 febbraio, accogliendo un appello presentato da organizzazioni non governative e da 22 Stati a guida democratica, i quali ritengono che la misura sia "arbitraria" e violi la separazione dei poteri. Il ricorso sostiene che la Casa Bianca ha agito senza consultare il Congresso, che detiene il controllo della spesa pubblica. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha respinto le accuse, affermando che il blocco dei finanziamenti riguarda esclusivamente programmi "illegali" o "inefficienti". "Non si tratta di una pausa totale delle sovvenzioni federali - ha dichiarato - ma di uno stop a programmi di inclusione illegali oppure a truffe nel nome della riconversione energetica che sono costati miliardi di dollari ai contribuenti americani". Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Il leader democratico al Senato, Chuck Schumer, ha definito l'ordine esecutivo "una pugnalata al cuore della famiglia media americana" e "una decisione incostituzionale, pericolosa e crudele". L'amministrazione Trump ha deciso nel frattempo di apportare ulteriori tagli, questa volta alla forza lavoro federale, offrendo ai dipendenti la possibilità di presentare “dimissioni differite” in cambio del mantenimento dello stipendio fino a settembre 2025. Secondo un alto funzionario del governo, si stima che tra il 5% e il 10% degli impiegati federali accetterà l’offerta, generando un risparmio di circa 100 miliardi di dollari.
M.N.