
I mercati globali crollano tra il rischio di una guerra commerciale e la paura di una recessione negli Stati Uniti. Tra le aziende più colpite, Tesla ha vissuto la sua peggior giornata in borsa dal 2020. Il titolo del colosso delle auto elettriche ha subito un crollo del 15,4%, attribuibile a una combinazione di fattori. Uno degli elementi chiave è stato il drastico calo delle vendite in Cina, uno dei mercati più importanti per Tesla. Nel mese di febbraio, l'azienda ha venduto solo 30.688 veicoli nel Paese, segnando un crollo del 49% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A pesare sulle quotazioni di Tesla sono stati anche i recenti sviluppi legati al suo amministratore delegato, Elon Musk. Il magnate sudafricano è stato al centro di una serie di polemiche politiche che hanno preoccupato gli investitori. In particolare, le sue dichiarazioni nei confronti del ministro degli Esteri polacco e del senatore americano Mark Kelly hanno sollevato interrogativi sulla sua capacità di mantenere il “focus” sulla gestione aziendale. Inoltre, la piattaforma X, anch'essa di proprietà di Musk, ha subito un "massiccio cyberattacco", alimentando ulteriori timori sulla sicurezza delle sue attività e sul potenziale impatto negativo sulle aziende controllate dall'imprenditore. La Casa Bianca ha cercato di minimizzare il crollo di Wall Street, affermando che “esiste una differenza tra l’andamento del mercato azionario e la situazione reale delle imprese negli Stati Uniti”. Un funzionario dell’amministrazione ha dichiarato: “Stiamo assistendo a una forte divergenza tra il mercato azionario e ciò che stiamo effettivamente vedendo svilupparsi nelle aziende”. Sulla scia del crollo di Wall Street, trascinata in particolare dal Nasdaq, anche le principali Borse europee hanno chiuso la seduta in netto ribasso. La peggiore è stata Francoforte, che ha registrato un calo dell'1,63%, seguita da Madrid (-1,31%), mentre Londra e Parigi hanno perso entrambe lo 0,90%.
B.Z.