Il presidente siriano spodestato dai ribelli, Bashar Assad, e i membri della sua famiglia sono arrivati a Mosca. La Russia ha concesso loro asilo. Lo riferisce una fonte del Cremlino, secondo la quale la Federazione Russa ritiene necessario riprendere i negoziati per una soluzione in Siria sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Già stasera è in programma una riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza ONU.
Il leader dei jihadisti sostenuti dalla Turchia, Abu Muhammad al Jolani, entrato a Damasco da trionfatore, ha già chiesto espressamente di non esser più chiamato col suo epiteto di battaglia ma col suo nome originario, Ahmad Sharaa.
Nel suo primo discorso pubblico nella capitale, pronunciato nella Grande Moschea degli Omayyadi, ha fatto un discorso più panislamico che pansiriano, affermando: "Il dittatore è caduto, e questa è una vittoria per tutta la nazione islamica. È un trionfo che segna un nuovo capitolo nella storia della regione, il futuro è nostro".
I Paesi occidentali parlano di un'occasione unica per costruire un futuro stabile e pacifico. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha salutato la fine del "regime dittatoriale" in Siria e ha esortato il Paese a ricostruirsi evitando violenze.
Soddisfatto anche il premier israeliano Netanyahu, secondo il quale l'Iran ha perso un alleato-chiave sullo scacchiere mediorientale. L'esercito israeliano, nel frattempo, è entrato nella zona demilitarizzata, per la prima volta dalla guerra di ottobre del 1973. Lo sfondamento riguarda il lato siriano del monte Hermon, presso le Alture del Golan.
Tra le reazioni internazionali, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha subito chiarito che gli Usa non permetteranno che l'Isil si ristabilisca in Siria ed ha aggiunto: "Finalmente il regime di Assad è caduto. Questa è un'opportunità storica per il popolo siriano".
La Ministra degli esteri slovena, Tanja Fajon, ha invece affermato che la caduta del regime di Bashar al-Assad "rappresenta per il popolo siriano una grande occasione per costruire un nuovo Paese". Un processo, secondo la capo diplomazia di Lubiana, che deve mantenersi all'interni delle Risoluzioni ONU relative al territorio siriano. La Slovenia si aspetta che tutte le parti in Siria, nel realizzare il nuovo ordine, tutelino i civili, soprattutto le minoranze.
La segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard, ha dicharato: "Dopo oltre 50 anni di brutalità e repressione, la popolazione della Siria può finalmente avere l'opportunità di vivere libera dalla paura e di veder rispettati i propri diritti. Sotto la presidenza di Bashar al-Assad e, prima di lui, di suo padre Hafez al-Assad, abbiamo visto un'orribile sequenza di violazioni dei diritti umani che ha causato indicibili sofferenze umane su vasta scala: attacchi con armi chimiche e con barili-bomba, ulteriori crimini di guerra e poi uccisioni, torture, sparizioni forzate e sterminii che costituiscono crimini contro l'umanità. Ora questa opportunità storica dev'essere colta e dev'esserci riparazione per decenni di gravi violazioni dei diritti umani".
La bandiera dell'opposizione siriana è stata issata stamattina sull'ambasciata siriana a Mosca. In precedenza, la bandiera della Repubblica Araba Siriana, simbolo del regime di Bashar al Assad, era stata rimossa dall'edificio dell'ambasciata dopo che l'opposizione dei ribelli jihadisti ha preso il potere nel Paese.
Nel frattempo, dal Cremlino è arrivata la precisazione che la decisione della Russia di dare asilo a Bashar al Assad è stata presa personalmente dal presidente Vladimir Putin. Il portavoce russo Dmitri Peskov, ha inoltre aggiunto che Mosca sta agendo per garantire "la sicurezza" delle proprie basi militari.
I media siriani riferiscono di nuovi attacchi israeliani a Daraa, nella Siria meridionale. Questi ultimi hanno colpito decine di obiettivi in tutta la Siria ieri. I siti colpiti includono impianti avanzati di stoccaggio di missili, sistemi di difesa aerea e impianti di produzione di armi e un sito di armi chimiche.
Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, ha affermato: "L'unico interesse che abbiamo è la sicurezza di Israele e dei suoi cittadini", aggiungendo che "è per questo che abbiamo attaccato sistemi di armi strategiche, come, ad esempio, le armi chimiche che restano, o i missili e i razzi a lungo raggio, per evitare che cadano nelle mani degli estremisti". Saar ha garantito che la presenza delle forze israeliane in territorio siriano è una misura "limitata e temporanea".
L'Esercito Libero Siriano, sostenuto dalla Turchia, ha invece sottratto la città di Manbij al controllo dell'organizzazione separatista curda Ypg. Gli scontri sono andati avanti e nella notte era stata diffusa la notizia dell'uccisione di 22 miliziani curdi
In base a quanto riferito, la popolazione araba della città avrebbe aiutato l'Esercito libero siriano contro i curdi e liberato i detenuti dalle carceri.
Inoltre, il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza ad Ankara con gli ambasciatori turchi nel mondo ha dichiarato: "Ci aspettiamo che gli attori internazionali, soprattutto le Nazioni Unite, diano una mano al popolo siriano e sostengano la creazione di un'amministrazione inclusiva". "La Turchia, che ha teso la mano ai suoi fratelli siriani in tempi difficili, sarà con loro in questa nuova pagina che è stata aperta a Damasco", ha concluso il ministro turco.
Anche la Cina segue da vicino "lo sviluppo della situazione in Siria e spera che tutte le parti interessate agiscano nel migliore interesse del popolo siriano e trovino una soluzione politica per ripristinare la stabilità il prima possibile". Lo riferisce la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning.
Infine, l'Unicef, per voce anche della direttrice generale Catherine Russel, rinnova l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite alla calma, ad astenersi dalla violenza e a proteggere i diritti di tutti i Siriani - soprattutto i bambini, almeno 80 dei quali sono stati uccisi nelle ultime due settimane.
Davide Fifaco