Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO

Lo spreco alimentare rappresenta una delle sfide più gravi del nostro tempo, con impatti devastanti non solo sull’economia e sull’ambiente, ma anche sull’etica e la sostenibilità sociale. Ogni anno tonnellate di cibo finiscono nella spazzatura mentre milioni di persone soffrono la fame. Affrontare questa emergenza richiede un impegno congiunto da parte di governi, aziende e cittadini per promuovere una gestione più responsabile delle risorse alimentari. Secondo la Coldiretti, basandosi sui dati del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, ogni anno si perdono oltre 1,7 miliardi di tonnellate di cibo, per un valore di circa 4.500 miliardi di dollari. Sprechi che potrebbero sfamare 1,26 miliardi di persone. La maggior parte delle perdite avviene nelle case e nelle fasi finali della filiera alimentare, dimostrando la necessità di un maggiore controllo sulla distribuzione e il consumo degli alimenti. In Italia, ogni cittadino butta via cibo per un valore di 130 euro all’anno, con uno spreco domestico che ammonta a oltre 88 grammi al giorno per persona. Pane, frutta e verdure sono tra gli alimenti più gettati. Complessivamente, il Paese spreca 4,5 milioni di tonnellate di cibo all'anno, con un costo di 14,1 miliardi di euro. Un dato preoccupante che evidenzia la necessità di una maggiore sensibilizzazione sulle buone pratiche di consumo. L'Agenda 2030 dell'ONU mira a dimezzare lo spreco alimentare globale entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo, è necessaria una maggiore sensibilizzazione e campagne educative per migliorare la gestione del cibo a livello domestico e nella filiera. Inoltre, servono politiche più incisive per favorire il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari.

B.Z.