Foto: EPA
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Jens Stoltenberg, in un'intervista all'Economist, si è espresso a favore dell'uso di armi fornite dai paesi dell'alleanza all'Ucraina per colpire obiettivi militari in Russia. Secondo il settimanale, l'obiettivo di Stoltenberg, pur non avendo fatto riferimenti espliciti, è la politica del capo dello Stato americano, Joe Biden, di controllare ciò che l'Ucraina può e non può attaccare con i sistemi forniti dagli americani.
L'Ambasciatore russo Washington, Anatoly Antonov, ha intanto riferito che l'amministrazione Usa ha annunciato forniture di armi a Kiev per un valore di 275 milioni di dollari. Un annuncio arrivato lo stesso giorno in cui il capo del Cremlino, Vladimir Putin, ha confermato la sua disponibilità ai colloqui per risolvere la crisi ucraina. Secondo il presidente russo, comunque, una trattativa per la fine delle guerra è possibile solo sulla base di una bozza d'accordo delineata tra negoziatori russi e ucraini a Istanbul nel marzo del 2022, poco dopo l'inizio dell'invasione. Questa prevede di mettere a punto meccanismi per la sicurezza dell'Ucraina con garanzie fornite da diversi Paesi, mentre i negoziati sul futuro della Crimea e del Donbass potrebbero durare fino a 15 anni.
Sempre secondo l'ambasciatore russo negli Stati Uniti, "i segnali provenienti dalle autorità statunitensi sono assolutamente chiari. Washington non vuole la pace in Europa. Sta facendo di tutto per prolungare il conflitto e aumentare le vittime da parte russa e ucraina, compresi i civili".
Per il segretario di Stato americano, Antony Blinken, il pacchetto di aiuti statunitensi "fa parte degli sforzi di Washington per aiutare l'Ucraina a respingere l'assalto russo vicino a Kharkiv. Invieremo questa nuova tranche di aiuti il più rapidamente possibile in modo che l'esercito ucraino possa usarla per difendere il proprio territorio e proteggere il popolo ucraino", ha affermato Blinken.