La comunità internazionale ha accolto con favore i progressi compiuti negli ultimi mesi per arrivare a un accordo definitivo che preveda l'introduzione di una tassa globale minima sulle grandi multinazionali. A nulla è valsa l'opposizione dei giganti del web e delle imprese che hanno le sedi fiscali nei paesi dove la tassazione è estremamente bassa; con l'adesione di Irlanda, Estonia e Ungheria, che per lungo tempo avevano contrastato l'intesa, e dopo anni di negoziati, la global corporate tax è divenuta realtà. L'accordo permetterà di garantire l'applicazione di un tasso di imposizione minimo a partire dal 2023. Il segretario generale dell'OCSE, Mathias Cormann, ha reso omaggio a quella che ha definito una grande vittoria per un multilateralismo efficace ed equilibrato. L'intesa permetterà infatti di riattribuire a Paesi del mondo intero i benefici per oltre 125 miliardi di dollari realizzati da 100 aziende multinazionali tra le più grandi e più redditizie al mondo. Per la presidente della commissione Ue, Ursula Von der Leyen, lo storico accordo rappresenta un passo avanti per rendere più equo il regime fiscale internazionale. Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni ha da parte sua lodato l'unita' dei Paesi Ue nel formulare un'intesa che promuova l'equità dopo la pandemia. Il segretario al Tesoro statunitense, Janet Yellen, ha invece sottolineato come i paesi aderenti abbiano trasformato i negoziati in decenni di maggiore prosperità per il mondo intero. L'accordo è stato annunciato a pochi giorni dal G20 dei ministri delle Finanze previsto a Washington il 13 ottobre e dall'importante vertice del G20 di Roma di fine mese.
Maja Novak