La decisione del presidente americano, Donald Trump, di non rinnovare le esenzioni che scadono a maggio "mira ad azzerare l'export di petrolio iraniano, negando al regime la sua principale fonte di entrate". Lo ha spiegato la Casa Bianca, rimarcando che "Usa, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, tre dei piu' grandi produttori di energia, insieme ai loro amici ed alleati, sono impegnati ad assicurare che i mercati globali del petrolio restino forniti in modo adeguato". Secondo Washington la decisione sarebbe stata presa "al momento giusto per garantire che la domanda globale sia soddisfatta, mentre tutto il petrolio iraniano è rimosso dal mercato".
Ad accogliere favorevolmente il provvedimento di Trump è stato il premier israeliano, Benyamin Netanyahu. "La decisione del presidente e dell'amministrazione Usa è di grande importanza al fine di aumentare la pressione sul regime terroristico iraniano". Queste le parole del primo ministro israeliano che ha espresso la sua vicinanza agli Stati Uniti nella loro determinazione contro "l'aggressione di Teheran", definita "il modo giusta per fermarla".
Tra gli stati a cui Trump non rinnoverà le esenzioni figurano Corea del Sud, India, Turchia, Giappone, Taiwan, Italia e Grecia.
Danijel Konestabo