Secondo quando riferisce il Ministero della Difesa di Ankara, è salito a 595 il numero dei "terroristi neutralizzati" dall'inizio dell'offensiva turca nel nord-est della Siria. Il capo dello Stato turco, Erdogan, ha precisato che almeno 500 di questi combattenti sono stati uccisi. "Ci assicureremo che nessun combattente dello Stato islamico lasci il nord-est della Siria. Siamo pronti a cooperare con i Paesi d'origine e le organizzazioni internazionali per la riabilitazione delle mogli e dei figli dei terroristi Foreign fighter", ha detto ancora Erdogan, senza risparmiare critiche ai Paesi occidentali. Questi non avrebbero finora voluto occuparsi della questione, evitando pure di riprendersi i propri combattenti jihadisti detenuti nelle prigioni curde. Erdogan ha poi nuovamente fatto un appello alla comunità internazionale: "Deve sostenere gli sforzi" della Turchia "o cominciare ad accettare i rifugiati" dalla Siria.
Il presidente statunitense, Donald Trump, ha intanto firmato il decreto cui dà il via libera alle sanzioni Usa alla Turchia che interessano 3 alti funzionari turchi, il Ministero dell'Energia e quello della Difesa. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato americano. Trump ha affermato che "gli Stati Uniti useranno in modo aggressivo le sanzioni economiche per prendere di mira chi consente, agevola e finanzia questi atti efferati in Siria. Sono pienamente pronto a distruggere rapidamente l'economia della Turchia se i leader turchi continueranno su questo percorso pericoloso e distruttivo", ha detto ancora Trump.
E proprio su richiesta del capo della Casa Bianca, il vicepresidente americano, Mike Pence, si recherà ad Ankara. L'obiettivo della missione è quello di avviare trattative per un cessate il fuoco. Il capo del Pentagono, Mark Esper, ha poi annunciato che la prossima settimana Washington chiederà alla Nato di prendere misure collettive e individuali, economiche e diplomatiche contro Ankara, definendo "inaccettabile" l'offensiva turca che ha anche minato la lotta allo Stato islamico.
E. P.