Turchia e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo per un cessate il fuoco di 120 ore nella Siria nord-orientale. Lo ha riferito il vicepresidente americano, Pence, che ieri ha incontrato il capo dello Stato turco, Erdogan, a Istanbul. Gli Usa, nel frattempo, favoriranno l'evacuazione dei combattenti curdi dalla zona di sicurezza concordata con Ankara. Il cessate il fuoco prevede il ritiro delle milizie curde dalla zona di sicurezza di circa 32 chilometri concordata con il presidente turco entro 5 giorni, poi il ritiro dell'esercito di Ankara e in fine la revoca delle sanzioni statunitensi alla Turchia.
"Milioni di vite saranno risparmiate", ha detto il capo dello Stato Usa, Trump.
Secondo il ministro degli Esteri turco, Cavusoglu, l'accordo con Washington costituisce una "pausa" delle operazioni militari che si trasformerà in una fine definitiva dell'offensiva solo se i curdi si ritireranno interamente. Il ministro ha precisato che secondo l'intesa, i combattenti curdi dovranno lasciare la zona di sicurezza della Turchia, essere disarmati e le loro strutture militari distrutte.
Il comandante delle Forze democratiche Siriane ha reso noto che anche le milizie curde sono state parte dell'accordo sulla tregua ed hanno ricevuto "garanzie" sul loro futuro da parte di Washington. Ha confermato inoltre che le Forze democratiche siriane intendono fare "tutto il necessario per far funzionare il cessate il fuoco. È una vittoria della resistenza dei combattenti", ha aggiunto il comandante.
Intanto il Consiglio europeo ha approvato le conclusioni del vertice dello scorso 14 ottobre, affermando che "l'Ue condanna l'azione militare unilaterale della Turchia nella Siria nordorientale" che "provoca inaccettabili sofferenze umane, mina la lotta contro l'Isis e minaccia pesantemente la sicurezza europea". Il Consiglio inoltre "esorta nuovamente Ankara a ritirare le sue forze e a rispettare il diritto internazionale umanitario".
E. P.