Foto: Reuters
Foto: Reuters

Le proteste scoppiate in Venezuela dopo la vittoria di Nicolas Maduro alle elezioni presidenziali di domenica continuano. Centinaia i raduni in molte città del Paese con persone che si riversano per le strade bloccando il traffico e vandalizzando numerosi edifici governativi. "Non vogliamo Maduro, vogliamo libertà", una delle tante frasi gridate dai presenti. Cordoni di polizia schierati in assetto antisommossa hanno risposto con lacrimogeni e proiettili di gomma. Rabbia e distruzione che il governo attribuisce interamente alle forze di opposizione, colpevoli di alimentare l'odio. "Assistiamo a una serie di attacchi criminali che possiamo definire violenti e terroristici" hanno fatto sapere fonti vicine al Presidente. "Volete imporre un colpo di Stato in Venezuela ma sappiate che sconfiggeremo i teppisti" ha detto Maduro chiedendo la più forte reazione di ripudio per questi atti criminali. "Rispondere alla violenza con i festeggiamenti per il risultato raggiunto" ha invece affermato Jorge Rodríguez del partito di governo, Ha invitato i sostenitori a ritrovarsi presso il palazzo presidenziale per celebrare la rielezione di Maduro, mentre l'opposizione non cede e ha intenzione di contestare formalmente i risultati del voto. "Brogli e irregolarità. Abbiamo le prove per dimostrare la verità" ha detto Maria Corina Machado, leader dell'opposizione, parlando assieme all'altro candidato Edmundo Gonzalez Urrutia. Le elezioni venezuelane hanno suscitato reazioni contrastanti nella comunità internazionale. Molti i messaggi di congratulazioni e solidarietà a Maduro tra cui quelli di Cina, Russia, Cuba e Bolivia mentre altri Paesi, tra cui anche molti europei, hanno espresso perplessità per i risultati chiedendo una revisione completa dei conteggi. In merito, anche la Slovenia sollecita alla piena trasparenza e al rispetto della volonta' del popolo venezuelano.