Un’edizione senza scossoni, con un vincitore, Green book che strizza l’occhio alla campagna anti Trump di Hollywood, ma con un tono più sfumato rispetto ai più decisi “BLaKkKlansman” di “Spike lee”, o “Black Panther”.
A trionfare agli Oscar 2009 è stato invece “Green book”, una storia di amicizia immersa nell’America del sud degli anni 60, che ha portato a casa, oltre al miglior fil anche altre due statuette, miglior attore non protagonista con Mahershala Ali e migliore sceneggiatura originale. Una scelta che dà ragione ai bookmakers, ma che non soddisfa chi si attendeva una scelta coraggiosa, come chi conferma Nicoletta Romeo, direttrice del Trieste film Festival.
“Un po' di delusione c'è – dice - nel senso che sicuramente “Green book” è un film che vuole piacere a tutti, sicuramente andrà benissimo nelle sale al box office, ma forse è proprio in questo voler piacere a tutti costi la nota stonata: è un film di Peter Farrelly, un regista americano che ricordiamo per delle commedie molto azzeccata negli anni ’90, come “Scemo e più scemo”, o “Tutti pazzi per Mary”, tutti i film molto divertenti, che hanno lanciato anche attori di quegli anni, pensiamo a Cameron Diaz, ma sicuramente fino adesso non tra i registi più importanti. Diciamo che gli Oscar di quest'anno non hanno sorpreso”
“Hollywood - continua - è molto attenta alle questioni delle minoranze linguistiche e culturali, e verso una storia più o meno recente, ma anche alle politiche di Trump, ai problemi discriminazione razziale, e ci si attendeva un risultato migliore da film come “BLaKkKlansman” di Spike Lee o “Black Panther”, che in realtà sono stati premiati poco. Penso a un premio per la migliore sceneggiatura non originale data al gruppo che ha contribuito a scrivere “BLaKkKlansman”, o a un piccolo premio per la migliore musica a “Black Panther”: questi film ne escono ridimensionati, dopo esser andati molto bene al botteghino, ma secondo me avevano il vero messaggio”.
Buon successo anche forse non quello atteso per “Roma”, di E Alfonso Cuaron, altro film dalla forte connotazione sociale, prodotto da Netflix, che ha vinto il premio per il miglior film in lingua straniera, miglior regista, migliore fotografia. Delusione per la storia dei Queen, “Bohemian Rhapsody” che porta a casa il premio come miglior attore di Rami Malek, ma altre tre statuette dal peso minore.
Anche “la Favorita” non ha sfondato, conquistando però il premio come miglior attrice con Olivia Colman, che ha battuto Glenn Close, nominata sette volte agli Oscar senza mai vincere.
Lady Gaga, in lizza per il titolo di miglior attrice, si è rifatta con il premio alla migliore canzone, “Shallow”, colonna sonora di “A star il born”, mentre per l'Italia l'unica soddisfazione è giunta dal miglior film di animazione, “Spider-Man: Un Nuovo Universo”, che vede fra i creatori Sara Pichelli, giovane disegnatrice di fumetti di Porto Sant’Elpidio.
Alessandro Martegani