E' un clima avvelenato quello che stiamo vivendo oggi in Slovenia, ha detto il ministro della difesa Matej Tonin, per placare i toni tutti dovremmo fare un passo indietro a partire da quello che pubblichiamo quotidianamente sui social, evitare di usare un linguaggio d'odio che ci impedisce di progredire e lavorare bene assieme. Oggi più che mai ha continuato Tonin abbiamo bisogno di un minimo di consenso politico nella lotta all'epidemia, nell'ulteriore ripresa politica e nel completamento della presidenza di turno slovena dell'Unione europea. I tre obiettivi nazionali comuni fino alle elezioni, non più maggioranza e opposizione, ma solo la Slovenia, ha affermato il ministro della difesa, che si è detto comunque ottimista per il futuro, concentriamoci sulle cose che ci uniscono.
La Giornata della sovranità ha proseguito è l'occasione per ricordare tutti quelli che per secoli hanno creduto nell'idea di una Slovenia indipendente. Proprio a Capodistria, nella notte tra il 25 e 26 ottobre 1991 l' ultimo soldato jugoslavo lasciava la Slovenia ha detto Tonin rilevando che per raggiungere tale obiettivo è stato necessario usare le armi e sacrificare la propria vita. In quel momento è stato chiaro che nessuno avrebbe potuto negare al paese l'autonomia e l'indipendenza. L'esercito è una delle basi dello stato, cruciale per garantire la sovranità del paese, ha sottolineato Tonin. A Capodistria, presso la scuola elementare slovena dove si è svolta la cerimonia, erano presenti le massime cariche politiche dello stato, i presidenti della Repbblica, del Governo, della Camera e del Consiglio di Stato, ministri, sindaci, autorità religiose e altri numerosi ospiti. (ld)