Ci sono sempre più indizi che il fatto sia realmente accaduto, in ogni modo è nell’interesse dell’esercito che sulla vicenda si faccia piena chiarezza. Il portavoce dello stato maggiore, Marjan Sirk. non si è sbilanciato oltre precisando che le indagini sono in corso e che non bisogna rischiare di pregiudicarle. Adesso sulla vicenda sta indagando la procura e il soldato che avrebbe puntato il suo fucile contro un cittadino che stava passeggiando a ridosso del confine italo-sloveno, ora rischia una serie di imputazioni.

La vicenda era stata narrata dal Primorski dnevnik, i militari avrebbero controllato gli ordini di servizio dei giorni immediatamente precedenti alla pubblicazione dell’articolo ed anche quelli dell’8 maggio, in cui sarebbe avvenuto il fatto, ma ieri è stato reso noto che tutto sarebbe accaduto il giorno prima, quando invece i militari erano in zona.

Il capo di stato maggiore Robert Glavaš ha detto che nelle forze armate slovene non sono ammessi eccessi. Ai soldati si chiede di operare in maniera professionale e nel rispetto delle leggi. Il generale di brigata ci ha tenuto a precisare che l’esercito al confine opera in maniera professionale, legale e sotto la supervisione della polizia. Dal 2015 sono stati effettuati circa 110.000 pattugliamenti e in decenni di operazioni all’estero non si sono riscontrate gravi infrazioni da parte dei militari. Questa sarebbe la prima.

Il colonnello Marjan Sirk ha precisato che non è l’esercito, ma la polizia a stabilire in che zone saranno impegnati i militari. Aveva destato sorpresa il fatto che i soldati fossero presenti anche al confine tra Slovenia ed Italia. Tutto è in armonia - ha detto l’ufficiale - con il protocollo con forze dell’ordine che regola l’impiego dei militari nelle operazioni di contrasto all’immigrazione clandestina.

Intanto non manca la discussione sulle regole di ingaggio dei militari. Oggi è stato precisato che possono chiedere alle persone le ragioni della presenza nell’area confinaria e che naturalmente devono valutare la situazione ed agire di conseguenza, quindi in casi estremi possono usare anche la forza per difendersi o per tutelare l’incolumità dei cittadini o i loro beni.

Stefano Lusa

Foto: BoBo
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