“La situazione finanziaria al RTV è difficile. La perdita di quest' anno supererà i 10 milioni di euro e per il programma del 2024, un programma di qualità ne mancano altrettanti”, esordisce così il presidente del Consiglio RTV Goran Forbici e illustrando la proposta che ha fatto ieri in sede di Commissione parlamentare aggiunge: “E’ una proposta che prevede di includere nel servizio pubblico, l’orchestra sinfonica e la BIG Band, i cori come pure i servizi per l’ascolto e visione per gli utenti sordi e ciechi. Questo cambiamento permetterebbe allo stato di cofinanziare questi servizi e acconsentirebbe interventi aggiuntivi. Stando al governo, infatti, con i dieci milioni di euro extra, garantiti a titolo di sostegno ai programmi delle minoranze, per il 2024 si sarebbero esaurite tutte le possibilità normative d’ intervento. Detto in altre parole, l’attuale legislazione non acconsente o meglio proibisce al governo di aiutare, sostenere finanziariamente RTV Slovenia.
Non è così – invece-per i programmi delle Comunità nazionali.
Forbici: I programmi minoritari rientrano già nella categoria del settore pubblico. Anche con questi annunciati 10 milioni aggiuntivi per il 2024, il governo andrà a coprire tutte le spese dei programmi radio televisivi delle comunità italiana ed ungherese. In realtà la maggioranza dei programmi di RTV Slovenia sono definiti come settore pubblico, non lo sono le orchestre ed i cori anche se questi fanno parte dell’ente dalla sua costituzione in qua e sono una parte inscindibile della radio televisione nazionale.
Dunque, minoranze, orchestre e coro a carico del Bilancio statale?
Forbici: Le modalità di finanziamento di RTV Slovenia sono seguenti: i mezzi primari ovvero la parte maggiore delle entrate viene garantita dal canone RTV per un importo annuale che si aggira sui 100 milioni di euro. Le uscite, ovvero le spese complessive ammontano a 130, 140 milioni di euro. La differenza viene assicurata in parte dal marketing ovvero dalla pubblicità, dai concerti e partecipazioni varie delle orchestre. Un’ altra parte invece viene coperta dallo stato, che in base alle leggi, cofinanzia i programmi delle minoranze e dei gruppi etnici. Ecco la nostra proposta prevede che questa possibilità si allarghi pure a quelle categorie che ho elencato prima.
La parte governativa per i programmi delle minoranze si aggira sui 2,4 milioni di euro annui, ora invece saranno coperte tutte le spese?
Forbici: La Legge non stabilisce le cifre di cofinanziamento governativo. Dice che qualora vengano a mancare i mezzi della quota- canone, il governo va a coprire la differenza mancante per i programmi delle Comunità nazionali. Adesso questo importo si aggira sui 2 milioni di euro annui mentre il costo dei programmi italiani e ungheresi è di circa 11 milioni di euro. Finora RTV riusciva in qualche modo a coprire i costi con il canone o altre entrate, adesso purtroppo non ce la fa più e non ci sono riserve. Le azioni di Eutelsat- con le quali negli anni scorsi venivano coperte le perdite e cofinanziate le redazioni italiane ed ungherese- sono state vendute. Da qui l’appello al governo ad aumentare i sostegni; appello che l’esecutivo ha accolto promettendo mezzi aggiuntivi.
Quali sono le cause di questo enorme conto in rosso?
Forbici: Il disavanzo è stato provocato da vari fattori. Quello principale è dovuto all’ aumento delle spese fisse mentre le entrate sono rimaste invariate, con il canone fisso al prezzo di dieci anni fa. La parte maggiore delle spese – quasi 80 milioni di euro- la portano via gli stipendi, le paghe dei dipendenti. Un capitolo di spesa che negli ultimi 10 anni è aumentato di 20 milioni. Ma questo non perché si sono distribuiti premi o ingiuste remunerazioni bensì perché i dipendenti di RTV Slovenia fanno parte della categoria dei dipendenti pubblici e dunque usufruiscono delle norme che regolano questo settore. Un settore che negli ultimi dieci anni ha registrato un aumento degli stipendi – in media- pari al 39 per cento, mentre all’ RTV la percentuale si ferma al 20. Questo tuttavia ha portato ad un aumento delle uscite che si aggira, come ho detto, a 20 milioni mentre le entrate sono rimaste invariate con il canone che dal 2012 in qua non è aumentato neanche di un centesimo. Non va dimenticata l’inflazione che ha portato inoltre all’ aumento di tutte le altre spese: corrente elettrica, noleggio scenografie, acquisti di materiale vario e cosi via e cosi via. Va detto inoltre, che negli ultimi due anni si sono fatte spese inutili o gonfiate. Anche il piano dei pensionamenti della precedente amministrazione, che avrebbe dovuto portare a risparmi, ha causato perdite. Insomma, una serie di fattori che ora sono culminate con questa perdita di 10 milioni di euro.
L’ ente ha dunque dinanzi a sé un periodo difficile di restrizioni?
Forbici: Se non ci sarà un ulteriore investimento finanziario del governo non vedo un esito positivo. La dirigenza ci ha presentato la scorsa settimana un nuovo piano per il 2024 e in questo contesto sono state proposte due alternative: o un taglio dei programmi con una riduzione del 40, 50 per cento di cartoni animati, documentari e film, la cancellazione di varie trasmissioni sia radiofoniche he televisive oppure dall’ altra parte apportare modifiche organizzative con la drastica riduzione o addirittura cancellazione di unità produttivi. A scanso di ogni equivoco sottolineo che ognuna di queste opzioni è sbagliata e porterebbe pian piano alla morte dell’ente. Perciò spero che con il governo e con la Camera di Stato si arrivi ad un accordo che permetta di garantire dei finanziamenti aggiuntivi alla Radio Televisione di Slovenia. È necessario continuare a produrre un programma di qualità che elevi la fiducia dell’opinione pubblica e gratifichi quanti hanno espresso un “sì” al referendum su RTV Slovenia di un anno fa. Nel contempo è urgente attuare una trasformazione, ottimizzazione, modernizzazione dei processi lavorativi e dei programmi.
Lionella Pausin Acquavita