La violenza contro le donne colpisce una sola persona, ma è una ferita collettiva che riguarda tutta la società, dove ognuno, dalle autorità statali a ogni singolo cittadino deve fare la propria parte. Parole come al solito chiare e precise quelle utilizzate dalla presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, per aprire la conferenza dedicata al tema della violenza sulle donne, nella giornata che le Nazioni Unite hanno scelto per ricordare le tre sorelle Mirabal che denunciarono gli orrori e i crimini dalla dittatura domenicana, pagando con la vita. Pirc Musar ha quindi sottolineato il ruolo di maggiore responsabilità che in questo senso hanno le donne che occupano posizioni di rilievo nella politica, nei media e più in generale nella società. La ministra della Giustizia, Andreja Katič, ha chiesto di superare l'indifferenza e il timore da parte della collettività nel denunciare casi di abusi. Si tratta di attacchi ai valori fondamentali della dignità umana, ha detto ancora Katič. Tema ripreso poi dal ministro dell'Interno, Boštjan Poklukar, che ha ricordato come la campagna di sensibilizzazione sul tema terminerà il 10 dicembre, nella giornata mondiale dei diritti umani voluta sempre dall'Onu. Secondo Poklukar però parlarne non basta, perché oltre alle denunce è fondamentale accompagnare le donne vittime di violenza nel percorso di "liberazione" da un aggressore che, molto spesso, è parte del nucleo familiare e abusa da un punto di vista fisico e psicologico. Le misure restrittive da sole quindi non bastano, ha detto Poklukar, che incoraggia la collaborazione intergovernativa nella condanna di ogni tipo di violenza. In Slovenia 8 su 10 divieti di avvicinamento vengono rispettati, ben al di sopra della media europea, ma più delle leggi mancano le reti sociali di assistenza per l'autonomia della donna, come si è ascoltato anche nel commovente video che ha raccolto le testimonianze di alcune donne vittime di violenza. Senza dimenticare poi, come ha detto l'esperto americano Lundy Brancroft, le vittime di questa violenza sono anche i figli, che vedono violentato il ruolo della mamma e temono ancora di più il padre violento.
Valerio Fabbri