L'emergenza coronavirus ha cancellato anche la tradizionale, 20esima edizione della Festa dei cachi di Strugnano, programmata per questo finesettimane. Grande rammarico per gli organizzatori della Società turistica Solinar e un duro colpo per i produttori locali come sottolineato dall'organizzatore della manifestazione il connazionale Gianfranco Giassi.
"Il covid ci sta fortemente danneggiando; sia come produttori, coltivatori, contadini e organizzatori. Innanzittutto perchè nelle precedenti edizioni vedevamo molta gente qua da noi a Strugnano, praticamente vendevo sempre tutto il prodotto a casa e alla festa dei cachi. Quest'anno purtroppo i comuni e le regioni sono chiusi, la gente dell'interno non arriva, ad eccezione dei proprietari di immobili, loro fanno di tutto, c'è da levargli il cappello, come si dice, perché ci stanno chiamando vogliono il cachi di Strugnano e fanno di tutto per averlo. Ciò vuol dire che dobbiamo organizzarci, abbiamo anche il permesso per andare nelle altre regioni e comuni così riusciamo a rifornire anche i negozi nell'interno e vendere a domicilio."
Nella valle di Strugnano viene coltivato un terzo delle piantagioni di cachi a livello nazionale. Quest'anno il raccolto non è stato eccellente, ma la qualità del tipico frutto autunnale è stata ottima, prosegue Giassi. "Per dire il vero l'annata non è andata benissimo, ci sono meno cachi. Nella nostra azienda agricola ma anche nelle altre della valle di Sicciole e Strugnano, c'è tanta meno produzione rispetto gli anni passati; a casa mia, direi, la metà rispetto all'anno scorso, ma la qualità, va detto, è perfetta. E poi noi a Strugnano siamo di produzione ecologia e i nostri cachi sono di altissima qualità." (ld)