Foto: BoBo
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Flussi migratori e Balcani Occidentali sono stati i due temi al centro della visita a Vienna del premier Golob, che con il collega austriaco Nehammer ha voluto porre l'accento soprattutto sull'inefficacia dei controlli alle frontiere all'interno dello spazio Schengen.
"I dati mostrano che tali misure non fermano la migrazione", ha affermato Golob, che ha ricordato il dibattito in corso al Consiglio europeo su come risolvere il problema dell'immigrazione clandestina. L'unica via, hanno concordato i due, è l'impegno a rafforzare la cooperazione con i paesi di transito e di origine, citando in particolare paesi terzi come Marocco, Egitto e India. Nehammer dal canto suo ha sottolineato l'esistenza di problemi anche all'interno dell'area Schengen, e la dimostrazione è in un dato statistico: nel 2022 in Austria c'erano ben 109.000 richiedenti asilo, di cui tre quarti non registrati. Motivo per il quale l'Austria ritiene estremamente importante monitorare i propri confini lungo l'ultimo paese di transito della rotta balcanica. Golob ha comunque escluso l'introduzione di nuovi controlli alle frontiere con la Croazia, insieme alla quale a breve verrà introdotta l'iniziativa di pattugliamenti misti.
Il primo ministro sloveno e il cancelliere austriaco hanno poi convenuto che Austria e Slovenia sono alleati naturali, come dimostra il comune impegno nel sostenere i Paesi dei Balcani occidentali nel percorso europeo, anche se Golob ha voluto mettere in guardia sul processo di allargamento che, dal suo punto di vista, non sta funzionando, motivo per il quale propone modifiche per accelerare il processo di integrazione nell'Unione europea.
Chiusura quindi sui problemi della minoranza slovena in Austria, con un accento particolare sulle iniziative in corso per rafforzare la presenza dello sloveno nel periodo prescolare.
Valerio Fabbri