
La questione abitativa si combatte anche restringendo il campo d'azione dei fornitori privati di alloggi a breve termine, che con la loro attività poco regolamentata, soprattutto nei centri di maggior attrazione turistica, riducono l'offerta degli affitti a lungo termine, danneggiando soprattutto le giovani famiglie. L'esecutivo Golob ha deciso così di inserire nella nuova legge sull'ospitalità un limite temporale di 60 giorni, durante tutto l'arco dell'anno, per permettere agli affittuari di proseguire la loro attività.
A parlare a nome del governo è stato il segretario di Stato presso il ministero dell'Economia, del Tursimo e dello Sport, Matevž Frangež, che ha spiegato come la legge sia stata pensata innanzitutto per restituire agli appartamenti costruiti a scopo abitativo il loro fine originario. Oltre al vincolo dei 60 giorni all'anno, la legge prevede anche una serie di consensi dei condomini e una validità di tre anni che, di fatto, annullano ogni tipo di flessibilità, delegando anche alle comunità locali la possibilità di inasprire o allentare le regole generali, a seconda della situazione del mercato immobiliare e delle esigenze dello sviluppo turistico, sempre all'interno di paletti ben definiti. Altra novità è un aggiornamento del registro delle strutture ricettive, con più dati a cui le autorità di controllo avranno accesso diretto e che saranno collegati al catasto immobiliare. Quel che più infastidisce la categoria, però, è la mancata consultazione nella stesura di una legge penalizza non solo gli affittuari, ma anche diversi operatori del settore turistico che hanno deciso di unirsi alle oltre 3200 firme raccolte fra i rappresentanti dei proprietari immobiliari che chiedono al governo di rinviare il disegno di legge e di aprire un dibattito pubblico in merito.
Valerio Fabbri