Il modo in cui la polizia ha agito alle proteste di Lubiana e come le ha gestite deve essere esaminato e dare una risposta, la richiesta arriva da una buona parte dell'opinione pubblica e al tempo stesso anche dal sindacato di polizia. L'azione di alcuni dimostranti è stata deprecabile, ma la reazione della polizia per garantire la giusta sicurezza, vista anche la concomitanza con il vertice Ue-Balcani occidentali, è stata etichettata come sproporzionata. L'ordine agli agenti, in strada e a cavallo, di fare ampio uso di lacrimogeni e cannoni d'acqua contro i dimostranti è stato impartito da una cabina di regia. La voce della gente fuori dalle istituzioni deve essere ascoltata o perlomeno debitamente tenuta in considerazione.
Il direttore generale della polizia, Anton Olaj, intervenuto alla trasmissione Odmevi a TV di Slovenia, nega che il lavoro degli agenti sia stato influenzato dalla politica e precisato - "l'uso della forza dipende da una valutazione della situazione sul campo, e la situazione di martedì lo richiedeva - e aggiunto - oltre a tutelare l'ordine pubblico, la sicurezza stradale, la polizia era impegnata a proteggere i presenti al vertice Ue-Balcani occidentali, chiamati a espletare dei compiti a Lubiana. Pertanto, il mio ordine includeva un ampio raggio d'azione - ha spiegato il direttore generale della polizia e aggiunto che agirà con gli stessi criteri anche a eventuali future proteste.
Sul tema è intervenuto anche il sindacato di polizia. Per chiarire gli ordini della dirigenza, invoca un'indagine indipendente da parte del difensore civico. Un'inchiesta, come precisato dallo stesso sindacato, che consentirà all'ombudsman di certificare la professionalità degli agenti e di verificare gli ordini impartiti dai superiori. Nella stessa nota, il sindacato invita la direzione di polizia, a non ostacolare il lavoro del difensore civico e di mettere a sua disposizione tutto il materiale in possesso attinente alla giornata delle manifestazioni.
Corrado Cimador