Amnesty International Slovenia si appella alle autorità competenti affinché' trovino una soluzione alla carenza di personale qualificato e spazi nelle case di riposo, quando si tratta di affrontare casi di contagio da coronavirus. Bisogna trovare vie di uscita reali, che permettano agli ospiti delle strutture, in prevalenza anziani, di vedersi garantire una dignitosa possibilità di permanenza in siti adeguati, con le necessarie cure per ristabilirsi dalla malattia, fa sapere l'organizzazione. L'appello è stato lanciato due settimane dopo la richiesta presentata assieme ai centri di assistenza della Slovenia, con la quale si sollecitava lo stato a garantire entro il primo agosto unità esterne per la tutela e la cura degli anziani ospiti delle case di riposo che non necessitano del ricovero in ospedale.
Bojana Beović, a capo del gruppo consultivo di esperti per il Covid-19 presso il Ministero della Salute, ha confermato che una soluzione al problema potrebbe venir rinvenuta nel trasferimento degli anziani contagiati in strutture appositamente predisposte, che non siano comunque ospedali. Si tratta però di strutture che vanno individuate, garantendo al contempo personale qualificato, che potrebbe arrivare dalle stesse case di riposo. Trasferire invece negli ospedali tutti i degenti delle strutture di accoglienza è una cosa che non ha senso; nemmeno i contagiati e quelli con sintomi lievi vengono ricoverati, ha spiegato Bojana Beović, la trasmissione del Covid 19 non è tale da rendere obbligatoria l'ospedalizzazione. C’è poi un altro problema; gli ospedali non dispongono di posti letto sufficienti ad accogliere queste persone; un sovraffollamento vorrebbe dire sopprimere programmi e servizi sanitari in gran parte destinati proprio a questa fascia della popolazione, cioè gli anziani. Ricordiamo che in Slovenia sono operative quattro strutture sanitarie di riferimento per la cura dei pazienti affetti da coronavirus: i centri clinici universitari di Lubiana e Maribor, nonché gli ospedali di Novo Mesto e di Šempeter, presso Nova Gorica.
Delio Dessardo