Spazio tagliato per l’informazione, trasmissioni cancellate ed altre trasferite dal primo al secondo programma. L’appello ora è rivolto ai membri del Consiglio della RTV, a cui si chiede di respingere il Piano di produzione per il prossimo anno.
La situazione in TV da tempo è tesa. In estate il direttore generale della RTV, Andrej Grah Whatmough, ha defenestrato quella della televisione Natalija Gorščak., presa di mira anche per gli scarsi ascolti. A seguire hanno rassegnato le dimissioni anche i vari redattori del programma informativo, in disaccordo con le modifiche proposte nella programmazione. “Il prossimo sarà un super anno elettorale”, ha detto Manica Ambrožič, ex caporedattrice del programma informativo, anche per questo lo spostamento di una serie di appuntamenti sul secondo canale non sarebbe accettabile. I cittadini, ha ribadito la Ambrožič, non sono abituati a seguire lì la campagna elettorale e nemmeno l'informazione.
Dalla testata giornalistica fanno sapere che quello di informare non è l’unica, ma è sicuramente una delle più importanti missioni del servizio pubblico. Proprio per questo gli ascolti non devono essere né l’unico né il principale criterio di valutazione. Tra le trasmissioni cancellate ci sarebbero, comunque, anche quelle che invece hanno buoni ascolti; mentre la rassicurazione che alcuni contenuti verrebbero, comunque, spalmati in altri contesti, secondo Bergant, non sarebbe credibile e sembra d'altri tempi, tanto che ha concluso in maniera lapidaria: “Noi non siamo radio Yevran, siamo la RTV di Slovenia”.
I giornalisti, è stato detto, non temono i cambiamenti e non hanno nemmeno paura di lavorare di più e meglio, ma oggi, vista anche la situazione finanziaria in cui si trova l’ente, non sarebbe tempo di esperimenti, come gli stessi latori del progetto di rinnovamento avrebbero definito la nuova proposta di palinsesto.
La solidarietà ai colleghi è arrivata da tutto una serie di istituzioni ed anche da singoli. Ribadito che i cambiamenti sono necessari, ma devono essere concordati, mentre l’obiettivo deve essere quello di avere un servizio pubblico rilevante e non messo ai margini.
Stefano Lusa