
Dopo un anno di convivenza forzata si separano le strade di Kordiš e del terzo partito di governo, che ha chiesto di lasciare anche il gruppo parlamentare a quello che, solo qualche anno fa, era uno dei volti simbolo di Sinistra/Levica. Il partito guidato dalla ministra della Cultura, Asta Vrečko, ha spiegato che con questa decisione si libera da un conflitto interno di lunga data, per dedicarsi completamente allo sviluppo, al rafforzamento dei comitati locali e ai preparativi per le prossime elezioni. E, almeno su quest’ultimo punto, le parti sembrano essere d’accordo, perché Kordiš ha fatto sapere che non presenterà ricorso contro l'esclusione. A suo dire la corrente interna dei Socialisti, di cui è il principale rappresentante, ha cercato fino all’ultimo un accordo politico con i vertici del partito, troppo impegnati fra istituzioni, parlamento e ministeri. Un tradimento dei valori e del programma con il quale Sinistra/Levica si era presentato alle ultime elezioni, motivo per cui ha deciso di ridare vita alla vera anima del partito creando un movimento socialista pronto a rispondere alle esigenze del popolo. Al netto delle parole pompose, però, il bacino d’utenza è sempre lo stesso: sindacato e società civile progressista, con l’obiettivo di ottenere almeno un deputato alle prossime elezioni, garanzia che Sinistra/Levica non poteva più dare a Kordiš, che ha così deciso di andare per la sua strada. Finisce così, con una decisione di una commissione disciplinare, la grande storia d'amoore fra il deputato movimentista e il partito che nel 2018 aveva federato diverse anime progressiste, riuscendo ad eleggere addirittura nove deputati alla Camera di Stato.
Valerio Fabbri