
Forte di un'ampia mobilitazione partecipativa, l'Istituto 8 marzo, da anni dedito a diverse lotte per i diritti sociali, tra cui le politiche abitative e, in particolare, ponendo l'interruzione volontaria di gravidanza al centro del proprio impegno, ha promosso la campagna "My Voice, My Choice." Quest'ultima ha registrato il coinvolgimento di oltre trecento organizzazioni, più di duemila volontari attivi sul territorio e centinaia di personalità influenti, come reso noto dalla direttrice dell'Istituto, Nika Kovač. Un milione e duecentomila le sottoscrizioni raccolte al fine di garantire un accesso sicuro all’aborto in tutti i paesi dell'Unione Europea, con particolare riferimento a quelle nazioni in cui, pur esistendo una legge in materia, la sua applicazione risulta ostacolata dalla presenza di un elevato numero di medici obiettori di coscienza. Ora la fase successiva del procedimento prevede l'accertamento della validità delle firme da parte delle autorità competenti di ciascuno Stato membro, per poi culminare, in autunno, nella presentazione formale della petizione alla Commissione e al Parlamento Europeo. Kovač ha quindi preannunciato un'intensa fase di attività mirata a illustrare i contenuti dell'iniziativa e a sostenere le sue ragioni presso le istituzioni comunitarie.

In Slovenia, anche la Presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar e il Premier Robert Golob hanno appoggiato l'istituto 8 marzo partecipando con interventi video all'incontro con la stampa. Il Primo Ministro ha evidenziato l'importanza del superamento di un milione di adesioni, considerandola un'espressione significativa della volontà popolare, che va oltre la semplice quantificazione numerica, e ha sottolineato il ruolo pionieristico del paese nel riconoscere l'interruzione di gravidanza come tutela essenziale.

Posizione condivisa anche da Pirc Musar che ha apprezzato l'impegno per l'autodeterminazione riproduttiva richiamando la notevole efficacia di una voce collettiva. L'evento ha incluso le testimonianze di esponenti di varie organizzazioni non governative e di altra natura, provenienti da diverse nazioni europee. Tali interventi hanno illustrato le specifiche realtà nazionali, ponendo in rilievo come, in molteplici contesti, il diritto alla libera scelta di abortire versi in una condizione di precarietà e sia esposto a crescenti pressioni politiche di estrema destra. In tale ambito, le rappresentanti croate hanno denunciato la discrepanza tra la legalità e la reale accessibilità all'interruzione volontaria di gravidanza nel loro Paese. La nota artista Severina ha riconosciuto le ripercussioni negative in termini di seguito e gli attacchi subiti in conseguenza del suo sostegno all'iniziativa, valutando tuttavia la partecipazione come un impegno di significativo valore. Una giovane proveniente dalla Polonia, paese in cui è in vigore un divieto sull'aborto, persino in situazioni di rischio per la donna, ha sottolineato la capacità della campagna di aggregare le forze impegnate nella difesa di tale diritto, mentre un'altra partecipante ceca ha concluso rimarcando come "gli sforzi congiunti conducano a cambiamenti.”

Alessia Mitar