L’appuntamento è per domani, quando l’opposizione dovrebbe presentare la mozione di sfiducia costruttiva all’indirizzo del governo Janša. Tutto poi dovrebbe svolgersi in tempi brevissimi. La camera avrà sette giorni di tempo per votare la mozione. Se al centrosinistra dovesse andar bene, a quel punto Karl Erjavec - che con la sfiducia a Janša verrebbe eletto capo del governo - dovrebbe presentare il suo pacchetto di ministri. Per prendere il potere Erjavec ed i suoi uomini hanno bisogno di 46 voti. Al momento possono contare sul sostegno teorico di 43 deputati. Si vota a scrutinio segreto, per far cadere il governo Janša, ci sarebbe bisogno di trovare nell'urna altri tre voti.
Per evitare sorprese è possibile che i partiti dell’attuale maggiornza non ritirino nemmeno le schede. Una pratica che non ha mancato di suscitare dubbi anche in precedenti occasioni, ma si tratta di una prassi consolidata della democrazia parlamentare slovena.
Dopo i problemi con le sottoscrizioni della prima mozione di sfiducia -quando uno dei deputati del Partito dei Pensionati si è rifiutato di firmarla - Erjavec ha annunciato che questa volta verrà presentata con sostegno di 10 parlamentari. L’anomalia sta nel fatto che i più dubbioso sono proprio i deputati del suo partito, che hanno abbandonato malvolentieri l’alleanza con Janša. Loro, comunque, in aula hanno continuato a votare con il governo. E’ accaduto anche la settimana scorsa, quando sono state approvate nuove misure per far fronte alla crisi. Per ora sono arrivate solo mezze promesse e le rassicurazioni di Erjavec, che i suoi parlamentari sono con lui. Le certezze ci saranno, però, solo dopo il voto.
Stefano Lusa