Non siamo di certo noi i colpevoli di questa situazione, ma lo saremo se prima della fine di questa legislatura non saremo stati in grado di intervenire in modo netto su una questione annosa, che si protrae fin dai tempi della Jugoslavia. La sintesi del clima intorno alla tematica rom è in questa dichiarazione del deputato Socialdemocratico Predrag Baković, che si è unito alla proposta dell'opposizione in commissione interni, primo firmatario il Partito democratico sloveno, per chiedere all'esecutivo di agire in fretta. Il governo non si è fatto trovare impreparato e ha già inviato risposte scritte ai vari punti che hanno portato alla convocazione della sessione straordinaria di giovedì, dicendo in sostanza che si muoverà lungo due direttrici, sicurezza e integrazione. Il pacchetto di raccomandazioni approvato in commissione interni e votato da 50 deputati sui 79 presenti prevede che il governo entro tre mesi presenti una proposta di riforme sistemiche per intervenire sul tema. In Aula dalla maggioranza sono arrivati solo qualche distinguo sulla forma, con Sinistra/Levica che invoca tolleranza e inclusione, ma nei fatti sono tutti coscienti che non è più possibile voltarsi dall'altra parte di fronte a una situazione che la deputata democratica Anja Bah Žibert ha definito allarmante. Nella maggioranza c'è anche la consapevolezza che solo tramite un approccio interministeriale possono arrivare i risultati. Finora in prima linea c'è stato Poklukar, che nei mesi estivi è andato dai sindaci per far sentire la vicinanza dell'esecutivo. Ma durante il dibattito in Aula è sembrato isolato, non solo perché era da solo sui banchi del governo, ma anche perché è stato ribadito da tutti che è necessario adottare norme legislative nel campo dell'educazione scolastica, percorsi di integrazione e progetti concreti di rafforzamento dei servizi nei centri di assistenza sociale per il sostegno alle famiglie. Ma soprattutto, che il tempo per soluzioni parziali è scaduto e bisogna passare dalle parole ai fatti. Appuntamento tra tre mesi.
Valerio Fabbri